Il filosofo Gentile e le leggi razziali (Articolo in rivista)

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  • Il filosofo Gentile e le leggi razziali (Articolo in rivista) (literal)
Anno
  • 2007-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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  • Giovanni Rota (2007)
    Il filosofo Gentile e le leggi razziali
    in Rivista di storia della filosofia (1984, Testo stamp.)
    (literal)
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  • Giovanni Rota (literal)
Pagina inizio
  • 265 (literal)
Pagina fine
  • 300 (literal)
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  • HANNO COMMENTATO LE TESI DI QUESTO ARTICOLO: - Gennaro Sasso, Gentiliana e cantimoriana, in «La Cultura», XLVII (2009), n. 2, pp.187-245. - Paolo Simoncelli, Giovanni Gentile (pubblicamente) antirazzista, con una risposta di Giovanni Rota, in «Rivista di storia della filosofia», LXII (2007), n. 4, pp. 747-753. - Paolo Mieli, Gentile criticò in pubblico l'antisemitismo del regime, in «Corriere della sera», 19 febbraio 2013, pp. 36-37. - Paolo Simoncelli, «Non credo neanch'io alla razza». Gentile e i colleghi ebrei, Le Lettere, Firenze 2013 (literal)
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  • 62 (literal)
Rivista
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Titolo
  • Il filosofo Gentile e le leggi razziali (literal)
Abstract
  • L'articolo indaga le posizioni tenute da Giovanni Gentile nei confronti dell'antisemitismo e del razzismo. Sicuramente non razzista e non antisemita, il suo sistema filosofico rigettava il concetto di «razza» ricacciandolo tra le «categorie pseudostoriche» che servono più che altro a naturalizzare e dunque ad adulterare la corretta visione della storia. A Gentile deve inoltre essere riconosciuto il fatto di essere stato nei momenti più foschi della persecuzione il sicuro appoggio per tanti intellettuali ebrei, italiani e profughi dalla Germania, che vennero da lui concretamente aiutati a trovare vie di fuga. Ma la sua estraneità al pensiero razzistico e la generosità dimostrata nei rapporti personali con i perseguitati si tradusse raramente in prese di posizione pubbliche di rilievo, e non divenne mai questione di principio e non lo portò mai a compiere atti sconvenienti da un punto di vista politico. (literal)
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