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I suoli dei paesaggi frutticoli del Basso Volturno (Contributo in volume (capitolo o saggio))
- Type
- Label
- I suoli dei paesaggi frutticoli del Basso Volturno (Contributo in volume (capitolo o saggio)) (literal)
- Anno
- 2014-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
- Alternative label
Grilli E., Leone N., Leone A.P., Buondonno A. (2014)
I suoli dei paesaggi frutticoli del Basso Volturno
in Paesaggi e suoli del Basso Volturno per una frutticoltura innovativa, 2014
(literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#autori
- Grilli E., Leone N., Leone A.P., Buondonno A. (literal)
- Pagina inizio
- Pagina fine
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#titoloVolume
- Paesaggi e suoli del Basso Volturno per una frutticoltura innovativa (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#affiliazioni
- Titolo
- I suoli dei paesaggi frutticoli del Basso Volturno (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#isbn
- 978-88-909991-0-9 (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#curatoriVolume
- Leone A.P., Buondonno A., Aucelli P.P.C. (literal)
- Abstract
- Il suolo è un corpo naturale polidimensionale, variabile nello spazio e nel
tempo, caratterizzato da un'organizzazione e da una morfologia, quest'ultima
generalmente definita da orizzonti o strati pressoché paralleli alla superficie,
derivanti dalla trasformazione e dall'evoluzione di sostanze minerali e
organiche (parent materials), sotto la spinta di diversi fattori (clima,
topografia e natura del materiale d'origine) e processi pedogenetici
(Buondonno e Coppola, 2008).
Il principale interesse attribuito dalla società umana al suolo è centrato sul
concetto di mezzo di sostegno per lo sviluppo vegetale (Soil Survey Staff,
1999), e, in questa ottica, negli ultimi decenni, sono aumentati sempre più gli
studi di valutazione dell'idoneità di un suolo alla produzione (Costantini,
2006; Cremaschi e Rodolfi, 1991; Dent e Young, 1981; FAO, 1976, 1983,
1984, 1985, 1991, 2007), al fine di ottimizzare ed incrementare la
produttività vegetale. Tale idoneità è influenzata da fattori (Beare, 2006):
(i) estrinseci, quali il clima;
(ii) intrinseci, \"inherent soil quality\", definiti dalle proprietà
mineralogiche, fisiche, chimiche, fisico-chimiche, biochimiche e
microbiologiche del suolo risultanti dalla pedogenesi;
(iii) dinamici, \"dynamic soil quality\", cioè proprietà del suolo che
cambiano in risposta all'uso e alla gestione antropica (Carter et
al.,1997).
La diversa interazione tra questi fattori determina l'attitudine di un'area ad
uno specifico uso agricolo del suolo e, successivamente, indirizza la scelta
della specie da coltivare. Infatti, è proprio il complesso insieme di proprietà e
processi fisici, chimici e biologici che avvengono nel suolo che influenza la
disponibilità di elementi nutritivi per i vegetali e, quindi, la fertilità chimica
(Havlin, 2005).
Ne consegue che lo studio e la valutazione delle potenzialità ed attitudini del
suolo e della sua fertilità intrinseca, sia stricto sensu, sia in termini di
variabilità spaziale, rappresentano un requisito essenziale affinché un
sistema di gestione del territorio risulti sostenibile.
La variabilità spaziale dei suoli è comunemente studiata e valutata facendo
ricorso a due differenti modelli, quello \"continuo\" e quello \"discreto\"
(Webster, 2006).
Il primo modello considera il suolo come una suite di variabili continue,
ovvero le proprietà del suolo stesso, descrivendone la continuità in termini di
dipendenza spaziale. Tale modello, essendo sostanzialmente basato
sull'interpolazione di dati pedologici puntuali, necessita di un gran numero
di osservazioni e, per questo, è frequentemente utilizzato per indagini di
dettaglio e, quindi, a grande scala (es., Leone et al., 2014).
Per contro, il modello \"discreto\" o \"convenzionale\" si basa sulla suddivisione
del territorio d'interesse in ambiti geografici, o Unità di Paesaggio, omogenei
dal punto di vista dei fattori che presiedono alla formazione del suolo,
costituiti da individui o pedon simili che determinano una limitata
variabilità interna. Il campionamento pedologico all'interno di ciascuna
Unità di Paesaggio è condotto in maniera soggettiva, in corrispondenza di
punti valutati come rappresentativi. Pertanto, al passaggio tra due tipologie
differenti di Unità di Paesaggio, la variabilità pedologica muta in maniera
improvvisa - abrupta. Il modello discreto è normalmente utilizzato per
indagini a livello comprensoriale o regionale, a media e a piccola scala.
Ne consegue che lo studio cartografico delle Unità di Paesaggio,
congiuntamente alle conoscenze strettamente pedologiche, costituisce un
elemento essenziale per la realizzazione di Carte dei Suoli, sia conoscitive
che applicative.
Nell'ambito del progetto DERFRAM, lo studio condotto da Aucelli et al.
(2014), ha permesso di esaminare e cartografare i paesaggi del comprensorio
del Basso Volturno, in base al substrato geo-litologico e alla fisiografia, che,
in quest'area relativamente omogenea dal punto di vista climatico,
rappresentano, subordinatamente al tempo, i due principali fattori di
formazione del suolo.
In attesa di uno studio pedologico sistematico per la realizzazione di una
Carta dei Suoli di tale area, è stata realizzata una descrizione delle tipologie
dei suoli dominanti nelle varie Unità di Paesaggio delle aree frutticole, sulla
base di informazioni già disponibili in letteratura - con particolare
riferimento ai Sistemi di Terre della Campania (Risorsa srl, 2002) - oltre che
a dati e conoscenze dirette degli autori del presente articolo.
I pedotipi dominanti sono stati classificati in accordo con il World Reference
Base (WRB) della FAO (IUSS Working Group WRB, 2007). (literal)
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