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Valutazione degli effetti indotti sul benthos e sulla comunità ittica dalla maricoltura intensiva off-shore lungo la costa centro-settentrionale del mare Adriatico (Rapporti finali progetti di ricerca)
- Type
- Label
- Valutazione degli effetti indotti sul benthos e sulla comunità ittica dalla maricoltura intensiva off-shore lungo la costa centro-settentrionale del mare Adriatico (Rapporti finali progetti di ricerca) (literal)
- Anno
- 2004-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
- Alternative label
Fabi G., Danovaro R.*, Paschini E., Scarcella G., Spagnolo A. (2004)
Valutazione degli effetti indotti sul benthos e sulla comunità ittica dalla maricoltura intensiva off-shore lungo la costa centro-settentrionale del mare Adriatico
(literal)
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- Fabi G., Danovaro R.*, Paschini E., Scarcella G., Spagnolo A. (literal)
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- Rapporto finale per il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Dipartimento delle Politiche di Mercato, Direzione Generale per la Pesca e l'Acquacoltura (literal)
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- CNR ISMAR UOS ANCONA
* UNIVERSITA' POLITECNICA DELLE MARCHE (literal)
- Titolo
- Valutazione degli effetti indotti sul benthos e sulla comunità ittica dalla maricoltura intensiva off-shore lungo la costa centro-settentrionale del mare Adriatico (literal)
- Abstract
- The present study was aimed to evaluate the impact of offshore mussel cultures on the benthic communities of the soft bottoms of the northern-central Adriatic sea. Another goal was to verify the trophic links between some fish species and macrobenthic organisms living either among farmed mussels and in the surrounding seabed.
A mussel culture located in front of Cattolica 1.5-2 nautical miles offshore, on 11-m deep sand muddy bottom, was investigated in 2001-02. The culture takes up an area of 2 km2 and the annual production is about 1000 t/year.
Four surveys were carried out to sample sediments and benthic communities: the first one was conducted in spring '01 (at the end of emptying phase of the culture); the second one in summer '01 (when the culture was in the half-load phase); the third and the last ones were carried out in fall '01 and winter '02 when, after a murrain, the culture hosted only 30% of mussels.
Nine sampling stations were investigated: two of them (I1 and I2) were located inside the culture; five sites (E0 - E4) were placed at 0, 30, 60, 120 and 300 m respectively along a transect extending from the edge of the culture to the open sea; finally, two control sites (C1 and C2) were located 300 m far from the structures.
To investigate fish community living around the culture, from February '01 to October '02 fifteen fishing surveys were conduced both near the mussel culture and at an open sea control site.
The hydrodynamic features of northern-central Adriatic Sea determined a good catabolites dispersion avoiding evident impacts on the sediments as well as on the microbic, meiobenthic and macrobenthic communities. Nevertheless, microbes revealed to be very sensitive descriptors of organic enrichment coming from mussel fecal production, because their densities increased in fall when high BPC values were recorded inside the culture.
The benthic community of the soft bottom was characterized by typical species (i.e. Mysella bidentata, O. fusiformis, C. gallina) of the area and seasonality was the main source of variability for these species.
The organisms living on the ropes were mainly represented by species having an ecological link with the mussels.
The mussel culture showed an aggregation effect towards a few fish species which have a certain affinity towards submerged structures. In fact, the culture was mainly frequented by hard substrates fishes, whereas the fish assemblage occurring at the control site was constituted by soft bottom species.
The analysis of L. mormyrus gut contents confirmed the preference of this species towards molluscs and crustaceans according to other studies carried out in Adriatic Sea and Sicily (Badalamenti and Manganaro, 1990; Fabi et al., 1999). The results indicate a generalist behaviour depending on prey quantity more than quality. Sediments inside the shellfish culture seemed more important for the diet in spring in respect to summer and it is likely that also mussel ropes might play a fundamental role in the former season.
The results obtained for U. cirrosa clearly indicated that this species feeds on a variety of animal organisms, showing a high preference for decapods. Frequently, a few polychaetes occurred in gut contents, according to other studies carried out in the Adriatic Sea and Tunisia (Chakroun e Ktari, 1981; Fabi et al., 1999). The preferred preys (U. tipica e L. digitata) were found in the soft bottom at a 60-m distance from the culture. In fact, as concerns the role of environment in the diet of this species, the areas outside the culture and the control sites resulted more important than ropes and inner stations. Therefore, it is likely that the suspended mussel culture represents a sort of FAD for U. cirrosa while its trophic role is less important. (literal)
- Nel periodo ottobre 2000 - ottobre 2002 è stata condotta un'indagine di tipo multidisciplinare presso un impianto di mitilicoltura intensiva off-shore posto al largo di Cattolica (1,5-2 mn dalla costa; 11 m di profondità; fondale sabbio-fangoso), al fine di valutare l'eventuale impatto arreca-to dall'impian¬to stesso sui sedimenti, le comunità bentoniche (microbica, meio- e macroben¬tonica) e il popolamento ittico che gravita nell'area interessata dalla struttura. Un secondo obiet¬tivo della ricerca era accertare eventuali rapporti trofici tra alcune specie ittiche e il macroben¬thos presente sia sulle reste dei mitili sia sul fondo mobile limitrofo all'impianto. Per le indagini sedimentologiche e sulle comunità bentoniche, stagion¬almente (primavera, estate, autunno '01 e inverno '02) sono state campionate 2 stazioni all'interno dell'impianto e 5 posizionate lungo un transetto a 0, 30, 60, 120 e 300 m dal perimetro esterno dell'impianto, oltre a 2 siti di controllo scelti in modo da non essere influenzati dalla presenza della mitilicoltura. Ad eccezione della primavera, ad ogni monitoraggio sono state anche prelevate in modo casuale 3 reste per la de-scrizione della fauna interstiziale insediata sui mitili. I campionamenti di pesca sono stati con¬dotti mensilmente sia vicino alla mitilicoltura che in una zona di controllo.
In generale l'area di mare in cui è installato l'impianto è interessata da una corrente parallela alla costa caratterizzata da picchi anche di notevole intensità che determina un'ossigenazione e una dispersione dei cataboliti derivanti dalla coltura stessa.
Per quanto riguarda le caratteristiche sedimentologiche e biologiche, il fattore stagionalità appare molto importante. Tutti i parametri sedimentologici scelti (RPD, granulometria, fitopigmenti, TOM, carboidrati, lipidi e proteine totali, BPC) non hanno descritto situazioni di disturbo originate dalla presenza della mitilicoltura. E' stato solo rilevato un accumulo di carbonio organico nei sedimenti sottostanti l'impianto in autunno, pe¬riodo di massimo carico.
I batteri sono risultati un descrittore sensibile all'accumulo organico provocato dall'allevamento. Infatti, i valori più alti di densità e biomassa batterica in un sito di campionamento posto all'interno della coltura sono stati riscontrati in autunno, in corrispondenza della maggiore bio-massa allevata. Essendo stati rinvenuti nello stesso periodo, come già detto, valori di carbonio biopolimerico nei sedimenti maggiori all'interno dell'impianto rispetto ai controlli, è evidente una forte correlazione tra parametri batterici e BPC nei sedimenti.
La meiofauna non ha mostrato significative variazioni quantitative e strut¬turali.
La comunità macrobentonica del fondo originario è costituita principalmente da specie tipiche dell'area in cui è posta la mitilicoltura (es.: Owenia fusiformis, Cha¬melea gallina, Mysella bidentata), senza sostanziali differenze tra i vari siti indagati. La comunità bentonica rinvenuta sulle reste dei mitili è invece risultata costituita da specie ecologicamente legate ad essi quali anfipodi e, in misura ridotta, molluschi (es.: Anomia ephippium) e policheti (es.: Pomato¬ceros triqueter, Serpula vermicularis).
Non sono state osservate differenze tra l'impianto e l'area di controllo neanche per ciò che con-cerne la comunità ittica in termini di Ricchezza specifica e rendimenti di pesca. Tuttavia, il popolamento presso la mitilicoltura è costituito soprattutto da specie con affinità per i substrati duri mentre quello rinvenuto al controllo è principalmente rappresentato da specie non attratte dai substrati rocciosi e tipiche dell'habitat originario.
E' stato constatato che l'impianto svolge un ruolo trofico marginale nei confronti di alcune specie ittiche. Le analisi dei contenuti stomacali di esemplari di Lythognatus mormyrus catturati sia presso l'impianto che presso il controllo hanno confer¬mato la preferenza di questa specie nei confronti di molluschi e crostacei già osservata in prece¬denti studi analoghi condotti in medio Adriatico e in Sicilia (Badalamenti and Manganaro, 1990; Fabi et al., 1999). E' stato evidenziato un com¬portamento alimentare generalista, dipendente più dalla quantità di prede disponibili che dalla loro qualità. I sedimenti all'interno dell'impianto sembrano più importanti in primavera rispetto all'estate ed è probabile che anche le reste siano determinanti nella prima stagione. Purtroppo quest'ultima è solo un'ipotesi poichè in primavera il survey è stato condotto dopo le operazioni di raccolta del prodotto.
Umbrina cirrosa si ciba di una varietà di organismi preferendo i crostacei decapodi. Per quanto riguarda il ruolo trofico dell'impianto, in questo caso i sedimenti posti ad almeno 60 m di distanza e i siti di controllo sembrano più importanti rispetto alle reste e ai siti interni alla coltura. Per¬tanto, è presumibile che l'impianto rappresenti per U. cirrosa principalmente una sorta di FADs. (literal)
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