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Ricerche sull'inquinamento da nitrati nei suoli campani (Contributo in atti di convegno)
- Type
- Label
- Ricerche sull'inquinamento da nitrati nei suoli campani (Contributo in atti di convegno) (literal)
- Anno
- 2008-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
- Alternative label
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#autori
- Basile Angelo
Terribile Fabio (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#affiliazioni
- CNR-ISAFOM
UNINA-DISSPAPA (literal)
- Titolo
- Ricerche sull'inquinamento da nitrati nei suoli campani (literal)
- Abstract
- La direttiva 91/676/CEE, nota comunemente come Direttiva Nitrati, recepita in Italia con il Decreto legislativo n. 152/99 e successive integrazioni si pone l'obiettivo di ridurre l'inquinamento delle acque causato, direttamente o indirettamente, dai nitrati di origine agricola e di prevenire qualsiasi ulteriore inquinamento di questo tipo.
Obiettivo prioritario della Direttiva nitrati è che le Regioni individuino nel proprio territorio le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola e definiscano programmi di azione, per la mitigazione dell'inquinamento ed obbligatori per gli agricoltori, da applicare all'interno di tali aree.
Sulla base delle informazioni esistenti (carta dei sottosistemi pedologici, cartografia dei suoli regionale di semidettaglio (1:50.000) è disponibile per la Regione Campania la Carta della capacità di attenuazione dei suoli che costituisce la base su cui è stata costruita la prima delimitazione delle zone vulnerabili.
Ovviamente i fattori che concorrono alla vulnerabilità ambientale di un'area sono molteplici e non sono legati solo alla tipologia di suoli presenti. In grande sintesi, da un lato il fattore antropico determina i quantitativi di azoto che raggiungono il suolo attraverso numero e tipologia dei capi di bestiame presenti in una determinata area, i diversi sistemi di allevamento, il tipo di colture e concimazioni organico/minerali, dall'altro il fattore ambientale (continuum atmosfera-suolo-falda) determina i quantitativi di azoto che attraversano il suolo e raggiungono la falda. In particolare è l'interazione fra clima e suolo - in relazione alle sue proprietà fisiche e chimiche - che governa il bilancio dell'acqua e dell'azoto. Altri due elementi di valutazione vanno tuttavia tenuti presenti. Intanto, poiché i nitrati sono la forma in cui prevalentemente l'azoto è assorbito dalle piante e, contemporaneamente, sono la forma più mobile e quindi suscettibile al dilavamento, il loro rilascio dai suoli, da un lato è controllato dalla capacità di assimilazione delle colture, ma dall'altro è in certa misura fisiologico e non può essere completamente impedito; in secondo luogo va considerato che sul rilascio dei nitrati, a parità di azoto apportato, incide maggiormente l'uso più o meno corretto dei fertilizzanti, in termini di quantità, tempi e modalità di applicazione, che non il tipo di concime, minerale o organico, utilizzato.
In sintesi la quantificazione dell'effettivo contributo attribuibile all'agricoltura è in ogni caso difficile e risulta quindi necessario, per la programmazione di interventi tecnici e la definizione di provvedimenti legislativi correttivi orientati al miglioramento della qualità delle acque, disporre di strumenti oggettivi per la valutazione dei rischi legati al rilascio di azoto da fonti diffuse.
In quest'ottica, il progetto si è posto come obiettivi quello di misurare gli effettivi rilasci di nitrati verso le acque sotterranee da alcuni sistemi agro-pedoclimatici presenti in Campania e di mettere a punto un sistema modellistico con capacità predittive adeguate ed affidabili, verificate attraverso il set di dati rilevati, che possa essere utile sia per il controllo delle aree già definite come vulnerabili che per estenderlo ad altri sistemi agro-pedoclimatici regionali.
A tal fine sono stati individuati alcuni siti rappresentativi dei sistemi pedoclimatici ed agronomici che contraddistinguono l'agricoltura delle pianure campane, localizzati nell'agro Nocerino-Sarnese e nella piana del Sele.
I siti sono stati caratterizzati dal punto di vista pedologico, analizzando nel dettaglio le proprietà fisiche ed idrologiche degli orizzonti costituenti i diversi suoli.
I siti sono stati quindi attrezzati con sonde e strumentazioni per la misura del contenuto d'acqua e del potenziale del suolo e per il prelievo di campioni di soluzione del suolo a diverse profondità, dalla superficie fino agli orizzonti profondi del profilo. Infine sono stati sistematicamente registrati i parametri climatici e i dati agronomici relativi alle colture praticate nei siti ed effettuate le determinazioni di laboratorio necessarie.
Le attività di rilevamento e misura, e le relative analisi, sono proseguite per un periodo variabile da due a tre anni.
La grande massa di dati e di informazioni raccolte ha quindi consentito di analizzare e confrontare le potenzialità predittive, applicate alla specifica realtà campana, di modelli matematici di simulazione del destino ambientale dell'azoto, scegliendoli tra quelli più comunemente usati e per i quali era disponibile una ampia documentazione scientifica.
Per la dinamica dell'acqua sono stati presi in considerazione in particolare i modelli SWAP e MACRO, per la dinamica dell'azoto i modelli CROPSYST, LEACH N e ANIMO. Il risultato finale è stato lo sviluppo di un \"sistema modellistico modulare\" le cui componenti, integrate da soluzioni e ulteriori moduli appositamente studiati nel corso del progetto, derivano da modelli diversi.
Il modello è stato applicato in 6 siti del Piano Campano e 3 dell' Agro Nocerino-Sarnese al fine di verificare una sua rispondenza in alcune delle tipologie di suoli più importanti della Campania. La verifica ha prodotto risultati interessanti, rimarcando come la conoscenza dei suoli e la determinazione delle proprietà idrauliche sia un requisito indispensabile per formulare previsioni attendibili.
In definitiva, gli esiti delle calibrazioni e dei test di verifica resi possibili dalla frequenza e qualità dei dati misurati nella rete di siti sperimentali, e con l'aggiunta delle informazioni provenienti da un analogo progetto sviluppato in Lombardia, dimostrano che il \"sistema modellistico modulare\" presenta l'affidabilità ricercata per effettuare gli approfondimenti sulla vulnerabilità delle acque sotterranee ai nitrati provenienti da fonte agricola richiesti a livello tecnico e normativo. In particolare, il modello potrà pertanto essere utilizzato in futuro per:
o valutare l'impatto degli attuali modelli agro-zootecnici, individuando i fattori critici che, nelle diverse situazioni, di più incidono sul rilascio dei nitrati;
o individuare itinerari tecnici alternativi per una gestione sostenibile dell'azoto nelle aziende agricole, adatti alle differenti caratteristiche pedoclimatiche e dell'agricoltura regionale;
o esaminare in modo più articolato e dettagliato la vulnerabilità del territorio regionale ai nitrati provenienti da fonti diffuse.
Il salto di qualità fra i risultati ottenibili da una informazione aggregata nata per diverse finalità (rilevamento pedologico e carta dei suoli) a quelli basati sulla comprensione dei fenomeni fisico chimici realmente in atto e attraverso uno strumento flessibile quale la modellistica è notevole e di grande impatto ma non esaurisce le problematiche da affrontare. Infatti, anche nell'ambito di suoli apparentemente omogenei, esiste una certa eterogeneità, e i processi di trasporto dell'acqua e dei nitrati sono simulati in un solo punto assumendo le caratteristiche determinate in quel punto come rappresentative della parcella, dell'unità di suolo o di paesaggio. In pratica, si presuppone che i parametri e i processi che misuriamo alla scala del pedon siano estendibili ad una scala maggiore alla quale vengono prese le decisioni di gestione aziendale (parcella, campo, azienda) o di gestione territoriale (unità di suolo, di paesaggio, ecc...). In pratica, la necessità di passare dalla scala puntuale a cui si riferiscono molte misure ad una aggregata, gestionale, necessita l'individuazione e applicazione di tecniche innovative a basso costo risultando impraticabile la mera operazione additiva di misure locali.
Per affrontare questa problematica a scopo dimostrativo nel sito sperimentale dell'azienda Improsta il passaggio da una scala all'altra è stato affrontato con l'ausilio di dati rilevati da aereo che hanno permesso di calcolare, da misure giornaliere superficiali di temperatura minima e massima ed immagini multispettrali, l'inerzia termica del suolo e da questo il contenuto d'acqua su un area di circa 4 ha. Questa mappa di contenuto d'acqua è stata validata con la mappa di contenuto d'acqua misurata a terra e permette di estendere le informazioni rilevanti per la modellistica a scala di parcella e successivamente a quella di azienda e di comprensorio
Allo stesso scopo nel sito sperimentale dell'azienda Improsta è stata effettuata un'analisi geofisica per testare la fattibilità di indagini speditive nello studio della variabilità spaziale dei suoli.
Inoltre, nel sito di Scafati e in quello dell'Azienda Improsta è stata effettuata un'analisi di variabilità spaziale alla scala parcellare di alcune proprietà chimico fisiche quali pH, conducibilità elettrica, sostanza organica, calcare, tessitura e proprietà idrauliche. Attraverso tali analisi è stata verificata la congruità della scelta del sito sperimentale in relazione ai parametri statistici fondamentali di alcune proprietà rilevanti. (literal)
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