Le argille lacustri plio-pleistoceniche di Garfagnana (LU), Lunigiana (MS) e Val di Vara (SP): caratteristiche chimico-mineralogiche e proprietà tecnologiche ai fini di un impiego ceramico (Articolo in rivista)

Type
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  • Le argille lacustri plio-pleistoceniche di Garfagnana (LU), Lunigiana (MS) e Val di Vara (SP): caratteristiche chimico-mineralogiche e proprietà tecnologiche ai fini di un impiego ceramico (Articolo in rivista) (literal)
Anno
  • 1998-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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  • Dondi M., Marsigli M., Morandi N., Piombi Barnabè C. (1998)
    Le argille lacustri plio-pleistoceniche di Garfagnana (LU), Lunigiana (MS) e Val di Vara (SP): caratteristiche chimico-mineralogiche e proprietà tecnologiche ai fini di un impiego ceramico
    in Mineralogica et petrographica acta
    (literal)
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  • Dondi M., Marsigli M., Morandi N., Piombi Barnabè C. (literal)
Pagina inizio
  • 225 (literal)
Pagina fine
  • 242 (literal)
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  • 41 (literal)
Rivista
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  • 18 (literal)
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  • CNR ISTEC Università di Bologna (literal)
Titolo
  • Le argille lacustri plio-pleistoceniche di Garfagnana (LU), Lunigiana (MS) e Val di Vara (SP): caratteristiche chimico-mineralogiche e proprietà tecnologiche ai fini di un impiego ceramico (literal)
Abstract
  • Sono state studiate le porzioni pelitiche delle successioni fluvio-lacustri plio-pleistoceniche della Toscana nord-occidentale e della Liguria orientale, prelevando complessivamente 20 campioni in 5 sezioni rappresentative dei bacini di Sesta Godano e di Pontremoli (Pleistocene inferiore), di Sarzana e del Serchio (Pliocene medio-superiore) e di Aulla-Olivola (Pliocene inferiore). L'obiettivo era quello di caratterizzare la composizione chimica (XRF e IRA), mineralogica (XRPD e TG-DTA) e granulometrica (fotosedimentazione) delle peliti campionate e di valutarne le potenzialità applicative in campo ceramico, attraverso la simulazione, a scala di laboratorio, dei cicli produttivi di laterizi e piastrelle. Le argille in esame sono costituite essenzialmente da quarzo, illite, clorite e plagioclasio, con scarsi ossidi-idrossidi di ferro e K-feldspato occasionale. La calcite caratterizza le peliti di Aulla, mentre la smectite contraddistingue quelle di Sarzana. Nel complesso, le unità pleistoceniche risultano mediamente più ricche di quarzo, illite, SiO2, Rb, V, Zn e Zr, e sono granulometricamente più fini, mentre i termini pliocenici contengono in media più feldspati, clorite, calcite, elementi alcalini ed alcalino-terrosi, P, S e Cr, e hanno una granulometria più eterogenea. Dal punto di vista applicativo, si tratta di materie prime poco plastiche, con un favorevole comportamento in pressatura ed essiccamento, che per via del loro tenore di ferro potrebbero venire usate solamente per laterizi e piastrelle in pasta rossa. Le argille pleistoceniche forniscono materiali a porosità piuttosto bassa e resistenza meccanica abbastanza alta; esse sono pertanto idonee per piastrelle in grès rosso e laterizi di alta qualità. Le argille plioceniche, invece, sono adatte per laterizi \"comuni\", meglio se in miscela con materie prime più plastiche. Nel settore delle piastrelle, dalle argille di Aulla si ottengono prodotti che soddisfano i requisiti della monoporosa, mentre le peliti di Sarzana e del Serchio mostrano delle chiare limitazioni, fra cui la tendenza a sviluppare due difetti tipici della cottura rapida: il \"cuore nero\" (legato agli alti tenori di Fe e C organico) e le rotture in raffreddamento (dovute agli elevati contenuti di quarzo grossolano). (literal)
  • The pelitic portions of the Pliocene-Pleistocene fluvio-lacustrine sequences from north-western Tuscany and eastern Liguria (Italy) were studied in order to characterize their composition and technological properties for ceramic applications. Overall 20 clays were sampled in 5 sections representative respectively of Sesta Godano and Pontremoli basins (lower Pleistocene), Sarzana and Serchio basins (middle-upper Pliocene) and Aulla-Olivola basin (lower Pliocene). All samples were characterized by chemical (XRF and IRA), mineralogical (XRPD and TG-DTA) and grain size analyses (X-ray photosedimentation). The ceramic behaviour of five selected clays, one from each section, was assessed by simulating, at a laboratory scale, both technological cycles of tiles and bricks. The clays taken into account are essentially constituted by quartz, illite, chlorite, and plagioclase, with minor amounts of iron oxides-hydroxides and occasional K-feldspar. Moderate calcite contents characterize the Aulla pelites, while significant smectite amounts distinguish the Sarzana clays. Overall, the Pleistocene units are on average richer in quartz, illite, SiO2, Rb, V, Zn and Zr; furthermore, they have a finer grain size distribution. In contrast, the Pliocene terms contain on average more feldspars, chlorite, calcite, alkaline and alkaline-earth elements, P, S and Cr; moreover, they exhibit a more heterogeneous grain size distribution. Concerning the ceramic potentialities, both Pliocene and Pleistocene clays are poorly plastic, but with a suitable behaviour during pressing and drying. Owing to their rather high iron content, they could be used only for structural clay products and tiles with a colored support. The Pleistocene clays gave ceramics with a rather low porosity and a quite high mechanical resistance; therefore, they appear to be suitable for red stoneware tiles and high quality bricks and roofing tiles. On the other hand, the Pliocene pelites seem to be suitable for common bricks, better if mixed with more plastic raw materials. From the Aulla clays were obtained products that fulfill the requirements of porous tiles manufactured by fast single firing (monoporosa). The pelites from Sarzana and Serchio basins exhibit some conspicuous limit, such as the development of two typical defects of fast firing: \"black core\" (due to high contents of iron and organic carbon) and cooling cracks (due to high amounts of coarse-grained quartz). (literal)
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