Il degrado di manufatti ceramici archeologici:sistemi diagnostici e metodologie di intervento (Contributo in atti di convegno)

Type
Label
  • Il degrado di manufatti ceramici archeologici:sistemi diagnostici e metodologie di intervento (Contributo in atti di convegno) (literal)
Anno
  • 2007-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • M. P. Casaletto, A. Caruso, F. Caruso, G. M. Ingo, T. de Caro, C. Riccucci (2007)
    Il degrado di manufatti ceramici archeologici:sistemi diagnostici e metodologie di intervento
    in Tecniche di analisi non distruttive di materiali lapidei e naturali nei Beni Culturali, Palermo (Italy), 22nd February 2007
    (literal)
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  • M. P. Casaletto, A. Caruso, F. Caruso, G. M. Ingo, T. de Caro, C. Riccucci (literal)
Pagina inizio
  • 17 (literal)
Pagina fine
  • 22 (literal)
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  • Tecniche di analisi di materiali nei Beni Culturali (literal)
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  • 6 (literal)
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  • M. P. Casaletto (1), A. Caruso (1), F. Caruso (1), G. M. Ingo (2), T. de Caro (2), C. Riccucci (2) (1) Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati, CNR, Palermo (2) Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati, CNR, Monterotondo, Roma (literal)
Titolo
  • Il degrado di manufatti ceramici archeologici:sistemi diagnostici e metodologie di intervento (literal)
Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#isbn
  • 88-88803-29-7 (literal)
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  • Vari (literal)
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  • M. Brai, M. P. Casaletto, A. Maccotta, T. Schillaci (literal)
Abstract
  • La caratterizzazione chimico-fisica e strutturale di manufatti ceramici da scavo archeologico fornisce utili informazioni sui fenomeni di alterazione e/o degrado, necessarie ed indispensabili per la progettazione di qualsiasi intervento di restauro conservativo. Lo studio del degrado di manufatti ceramici di epoca greca, romana e medioevale provenienti da scavi archeologici dell'Italia insulare è stato condotto mediante l'uso d diverse tecniche analitiche si superficie e di bulk, quali spettroscopia di fotoemissione da raggi X (XPS), microscopia elettronica SEM-EDS, microscopia ottica, diffrazione di raggi X (XRD) ed analisi termica differenziale e termogravimetrica (DTA-TG). La maggior parte delle spesse incrostazioni di natura organica, depositatesi sulla superficie dei frammenti ceramici per interazione con il terreno del sito archeologico, risulta essere di origine calcarea e contenere minore quantità di silicati, solfati e fosfati di Ca, Fe, Na, K, Al e Ti. Sulla base della composizione chimica e della struttura delle incrostazioni, è stata messa a punto una procedura di pulizia chimica in grado di agire selettivamente sul materiale da rimuovere senza alterare lo strato sottostante della superficie (vetrina). I risultati della caratterizzazione microchimica e microstrutturale hanno dimostrato l'efficacia dell'applicazione di resine a scambio ionico in opportune condizioni sperimentali controllate. La novità della procedura risiede nel mantenimento di un'atmosfera costantemente umida (umidità relativa = 100%) e di una temperatura costante (t = 30°C). Il tempo di contatto ottimale è risultato essere un giorno e il protocollo sperimentale risulta così semplice e sicuro che può essere facilmente ed efficacemente trasferito ad un qualsiasi laboratorio di restauro di ceramiche senza la necessità di ricorrere a materiali costosi e/o a strumentazioni sofisticate. (literal)
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