Optimization of hydrolase efficiency in organic solvents (Articolo in rivista)

Type
Label
  • Optimization of hydrolase efficiency in organic solvents (Articolo in rivista) (literal)
Anno
  • 2003-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • Secundo F. 1, Carrea G. 2 (2003)
    Optimization of hydrolase efficiency in organic solvents
    (literal)
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  • Secundo F. 1, Carrea G. 2 (literal)
Pagina inizio
  • 3194 (literal)
Pagina fine
  • 3199 (literal)
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  • L’articolo ha l’obiettivo di fornire linee guida alla preparazione di idrolasi per applicazioni in solvente organico, rendendo il loro utilizzo competitivo in applicazioni industriali. Il tema dell’ottimizzazione delle idrolasi in solvente organico è quindi stato analizzato e discusso correlando i risultati ottenuti dal nostro gruppo di ricerca con quelli di altri gruppi stranieri che operano nel campo. L’argomento trattato dall’articolo in questione è di interesse sia in ambito applicativo (sintesi organica), che in ambito conoscitivo in quanto discute e prende in considerazione diverse questioni enzimologiche. La validità e interesse dell’articolo è confermata dall’elevato valore di impact factor di 4,24 della rivista in cui è stato pubblicato. (literal)
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  • 9 (literal)
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  • L’articolo analizza e riassume alcuni studi effettuati per chiarire i meccanismi che modulano l’attività catalitica di idrolasi in mezzi non-aquosi. L’utilizzo di enzimi in solvente organico per scopi sintetici è, infatti, una procedura ampiamente utilizzata in sintesi organica, specialmente per la preparazione di composti chirali. Dall’analisi dei risultati di ricerche da noi effettuate e da quanto riportato da altri gruppi di ricerca emerge che diversi sono i fattori che possono essere modulati per incrementare l’attività catalitica delle idrolasi in solvente organico. In particolare si è evidenziato che per incrementare l’attività in mezzi non acquosi è necessario: 1) uno stato di idratazione e di ionizzazione dell’enzima ottimali; 2) il mantenimento di una conformazione il più possibile simile a quella nativa anche dopo il processo di liofilizzazione (quest’ultimo processo necessario alla preparazione del campione per l’utilizzo in solventi anidri); 3) diminuire drasticamente le limitazioni alla diffusione dei substrati verso il sito catalitico dell’enzima (es. disperdendo l’enzima su superfici inerti); 4) utilizzare molecole analoghe al substrato durante il processo di liofilizzazione, tali da conferire all’enzima una “impronta” nel sito catalitico favorendo l’interazione e trasformazione del substrato anche nel mezzo organico (fenomeno questo noto come bioimprinting, che è possibile a causa della bassa flessibilità dell’enzima nei mezzi organici). (literal)
Note
  • ISI Web of Science (WOS) (literal)
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  • 1 CNR, 2 CNR (literal)
Titolo
  • Optimization of hydrolase efficiency in organic solvents (literal)
Prodotto di
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