Deposizioni atmosferiche in aree forestate italiane. (Curatela)

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  • Deposizioni atmosferiche in aree forestate italiane. (Curatela) (literal)
Anno
  • 2003-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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  • Paoletti E. (2003)
    Deposizioni atmosferiche in aree forestate italiane.
    (literal)
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  • Linea Ecologica, XXXV (6), 63 pp. (literal)
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  • Vari (literal)
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  • Paoletti E. (literal)
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  • La composizione chimica delle deposizioni atmosferiche in aree remote è specchio della qualità di fondo dell'aria che respiriamo ed esercita effetti sensibili sugli ecosistemi forestali. Negli ultimi anni, l'acidità totale e il carico di zolfo delle precipitazioni sono andati diminuendo, mentre la quantità di composti azotati è tanto aumentata da superare spesso i livelli critici sul territorio nazionale. L'effetto complessivo di questa sorta di \"fertilizzazione\" è ancora tutto da definire. Viceversa, la normativa che disciplina il Diritto dell'Ambiente ha bisogno di informazioni scientifiche indipendenti, che permettano una chiara codifica dei comportamenti da rispettare. Carenze a livello legislativo si riscontrano anche nella definizione degli aspetti metodologici. Di questo e d'altro (bioindicatori, casi di studio, relazioni causa-effetto) si e' discusso al Convegno Nazionale \"Deposizioni atmosferiche in aree forestate italiane\" organizzato da S.I.S.E.F. e C.N.R. presso la Direzione Generale del Corpo Forestale dello Stato (20 maggio 2003) e di cui questo numero di Linea Ecologica pubblica gli atti. Il risultato è un volume che raccoglie quanto di più aggiornato è attualmente disponibile in Italia sulle caratteristiche e gli effetti delle deposizioni atmosferiche negli ecosistemi forestali. Molti interventi hanno riportato risultati ottenuti nell'ambito del più importante progetto italiano di analisi delle deposizioni atmosferiche in aree forestate, realizzato all'interno del programma di monitoraggio degli ecosistemi forestali CONECOFOR. Il Programma Nazionale Integrato per il Controllo degli Ecosistemi Forestali (CONECOFOR) ha lo scopo di studiare gli effetti dell'inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici sulle condizioni degli ecosistemi forestali italiani, secondo unapproccio di tipo ecologico. Il Programma è stato ideato ed awiato nel 1995 dal Corpo Forestale dello Stato (che opera nell'ambito del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali). Il Servizio CONECOFOR del Corpo Forestale dello Stato è oggi il centro di coordinamento nazionale ed il punto di riferimento a livello internazionale nell'ambito del corrispondente Programma paneuropeo, svolto dall'unione Europea e dalla Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni Unite in attuazione della Convenzione di Ginevra sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero (ratificata dall'ltalia nel 1982) e delle Risoluzioni delle Conferenze dei Ministri sulla protezione delle foreste in Europa, e al quale partecipano 21 Paesi. Il Programma costituisce I'evoluzione delle indagini condotte, già dal 1987, su una maglia 16x16 km, consistente attualmente in Italia in circa 260 punti di rilevamento distribuiti su tutto il territorio nazionale. In questi punti sono effettuate annualmente valutazioni dello stato delle chiome degli alberi. Su una selezione dei punti della stessa maglia sono state condotte, nel 1995/6 indagini ed analisi del suolo e delle foglie. Il Programma CONECOFOR è basato su 30 aree permanenti sparse su tutto il territorio nazionale e rappresentative di tutte le principali comunità forestali italiane, nel quadro dell'lnternational Cooperative Programme on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests, e su 11 siti di ricerca, nel quadro dell'lnternational Co-operative Programme on Integrated Monitoring of Air Pollution Effects on Ecosystems. 1 30 siti italiani pongono il nostro Paese in buona posizione in Europa per numero di aree indagate, che sono (a livello europeo) un totale di circa 700, e gli 11 siti di ricerca lo pongono al primo posto in Europa per numero di aree indagate (circa 70 a livello europeo). Nelle aree permanenti sono svolte nove diverse indagini:analisi geologica e geomorfologica (preliminare), analisi della vegetazione (ogni anno), analisi delle condizioni delle chiome (ogni anno), analisi del contenuto chimico delle foglie (ogni due anni), analisi dei suoli (ogni 10 anni), analisi delle variazioni di accrescimento degli alberi (ogni 5 anni), analisi delle deposizioni atmosferiche (in continuo), analisi meteorologiche (in continuo), analisi degli inquinanti atmosferici (in continuo). Sette diversi istituti di ricerca a carattere nazionale sono responsabili di ogni diversa indagine. Le aree permanenti, gestite direttamente dagli Uffici perifericidel Corpo Forestale e dello Stato o in collaborazione con Amministrazioni locali, comprendono ognuna superfici di 10-100 ha, al cui interno sono presenti due parcelle di studio di 5.000 m'. Le specie dominanti sono Fagus sylvatica (10 aree), Picea abies (6), Quercus cerris (5), Quercus ilex (4), Quercus petraea (1 ), Quercus robur (2), Abies alba (1) e Larix decidua (1). Nei primi nove anni di attuazione del Programma CONECOFOR si è pervenuti ad una descrizione dettagliata ed organica dei principali ecosistemi forestali presenti in Italia. E' oggi possibile conoscere con un buon grado di completezza le caratteristiche ecologiche di una ventina di diverse comunità forestali presenti sul territorio nazionale dalle Alpi alla Sicilia. Tali indicazioni, da un lato ampliano le nostre conoscenze sulle foreste (in particolare sui rapporti di causa ed effetto tra i vari fattori interagenti), dall'altro danno maggiori possibilità di riflessione sulla qualità dello sviluppo e sulle scelte economico-politiche da attuare in modo da garantire uno sviluppo sostenibile e compatibile con la conservazione dell'ambiente naturale ed in particolare di quella risorsa rinnovabile d'importanza fondamentale, anche economica, ma innanzitutto ecologica, che è il bosco. I primi dati raccolti, in particolare, indicano che la deposizione di sostanze azotate raggiunge picchi di oltre 30 kg ha-' a-' nella Pianura Padana, con valori comunque alti in tutte le altre aree controllate, provocando anche I'inquinamento delle falde idriche e dei corsi d'acqua. Anche le concentrazioni di ozono raggiungono picchi preoccupanti, fino a 60-70 ppb, specialmente nel periodo estivo e nelle aree più meridionali, determinando forti danni alla vegetazione forestale. Ulteriori informazioni sono raccolte negli atti di questo Convegno. (literal)
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  • -Paoletti E., Istituto per la Protezione delle Piante, CNR, Sez. di Firenze, Via Madonna del Piano 10, I-50019 Firenze, Italy (literal)
Titolo
  • Deposizioni atmosferiche in aree forestate italiane. (literal)
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  • Periodico (literal)
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