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Collana Supplementi di Bruniana & Campanelliana (Curatela)
- Type
- Label
- Collana Supplementi di Bruniana & Campanelliana (Curatela) (literal)
- Anno
- 2009-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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- XXV - Gabriel Naudé, Epigrammi per i ritratti della biblioteca di Cassiano dal Pozzo, a cura di Eugenio Canone e Germana Ernst, traduzione di Giuseppe Lucchesini, 2009, pp. 64.
XXVI - Sylvie Taussig, Lexamen de la philosophie de Fludd de Pierre Gassendi par ses hors-texte, 2009, pp. VIII-104.
XXVII - Giordano Bruno, Acrotismo cameracense. Le spiegazioni degli articoli di fisica contro i Peripatetici, a cura di Barbara Amato, 2009, pp. 144. (literal)
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- Canone E., Ernst G. (curatori) (literal)
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- Canone E., Ernst G. (curatori) (literal)
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- XXV - Gabriel Naudé, Epigrammi per i ritratti della biblioteca di Cassiano dal Pozzo, a cura di Eugenio Canone e Germana Ernst, traduzione di Giuseppe Lucchesini, 2009.
Il 20 gennaio 1641, da Arcetri, Galileo comunicava a Cassiano dal Pozzo di avere ricevuto il volumetto degli Epigrammi scritti per illustrare i ritratti «di varie persone letterate de' nostri tempi» conservati nella biblioteca del proprio interlocutore e, schermendosi per essere stato annoverato a sua volta nel nobile consesso, lo ringraziava caldamente di tale onore. La biblioteca di Cassiano dal Pozzo costituiva solo uno degli aspetti della multiforme attività culturale di questa straordinaria figura di mecenate, le cui ricchissime collezioni, la protezione e l'amicizia nei confronti dei più rinomati artisti e letterati del tempo, nonché lo sterminato carteggio, edito solo in parte, hanno attirato, negli ultimi decenni, una crescente attenzione da parte degli studiosi, dando luogo a importanti iniziative volte a ripercorrere le tracce e a ricostituire nei suoi vari aspetti l'eccezionale patrimonio artistico e culturale di uno dei personaggi di maggior spicco della Roma barberiniana. In questo ambiente culturale è nato lopuscolo degli Epigrammi, di cui si offre qui il testo latino accompagnato dalla prima traduzione italiana e corredato da unampia introduzione e da un ricco apparato biografico. I componimenti, scritti da Gabriel Naudé, bibliotecario del cardinale Giovanni Francesco Guidi di Bagno, accompagnavano i ritratti pittorici dei 'virtuosi' che ornavano la biblioteca di Cassiano dal Pozzo con versi volti ad offrire un breve ritratto ed una presentazione dei loro meriti. Essi sono caratterizzati da unindubbia erudizione e da un accentuata ricerca formale e si inseriscono in un filone letterario preciso che trovava il suo modello più famoso negli Elogia scritti da Paolo Giovio alla metà del Cinquecento.
XXVI - Sylvie Taussig, Lexamen de la philosophie de Fludd de Pierre Gassendi par ses hors-texte, 2009.
È agli inizi del Seicento, nel momento in cui Pierre Gassendi (1592- 1655) comincia ad interessarsi ad Epicuro, che il suo amico Marin Mersenne, filosofo e matematico, dellordine dei frati minimi, gli chiede aiuto nella disputa che loppone all inglese Robert Fludd, medico e alchimista, riguardo alle dottrine dellalchimia filosofica, dellermetismo sincretico e delle credenze rosacrociane. Gassendi risponde a questa richiesta con un opuscolo di dura critica nei confronti delle teorie di Fludd (riguardo al suo neoplatonismo e allintenzione di sostituire lalchimia alla religione), opuscolo di cui lautrice presenta qui la prima traduzione parziale in francese, corredata da un ampio apparato critico e da una approfondita introduzione; parziale perché il volume contiene esclusivamente due sezioni distinte dellopuscolo, cioè lintroduzione e la conclusione: esse sono parte integrante del lavoro di Gassendi e ne determinano profondamente la natura, sia nella forma che nel contenuto. Il volume concentra perciò la sua attenzione sullo stile e sul significato dello scambio epistolare fra Gassendi e Marsenne e sul ruolo che lopuscolo occupa allinterno dellintera opera di Gassendi e nelle relazioni fra i due studiosi.
XXVII - Giordano Bruno, Acrotismo cameracense. Le spiegazioni degli articoli di fisica contro i Peripatetici, a cura di Barbara Amato, 2009.
Può apparire paradossale che un pensatore come Giordano Bruno, riconosciuto per la rivoluzionarietà delle sue idee e nemico dichiarato dell'erudizione e della pedanteria, attinga continuamente nei suoi testi alle diverse tradizioni filosofiche. I presocratici, Platone e i neoplatonici, Agrippa di Nettesheim, Lucrezio, Ficino, Cusano sono solo alcuni degli autori con i quali Bruno dialoga continuamente nelle sue opere, criticandoli o approvandoli, e comunque recuperandone, spesso implicitamente, lessico e categorie. Anche Aristotele e i suoi interpreti antichi e medievali, sebbene costantemente attaccati dal Nolano, fungono spesso da serbatoio concettuale del suo pensiero o persino da fonte d'ispirazione dei suoi neologismi, come il titolo dell'opera che qui si presenta, Acrotismus, nato dalla distorsione del titolo greco della Fisica di Aristotele (Physiche akroasis). Il Camoeracensis acrotismus (di cui questo volume presenta la traduzione corredata da un ampio apparato critico), pubblicato a Wittenberg nel 1588, segna una tappa fondamentale nella campagna intrapresa da Giordano Bruno contro il modello aristotelico del mondo: con unesposizione rigorosa e serrata, lopera racchiude in ottanta articoli la critica bruniana alla Fisica e al De coelo dello Stagirita, dando luogo ad un «commento in negativo» che, seguendo fedelmente l'ordine dei testi, legge, interpreta e confuta in un unica mossa i passi delle opere di Aristotele in cui si annidano i principali errori della sua filosofia naturale. Vengono così scardinati, l'uno dopo l'altro, tutti i principi della fisica e della cosmologia peripatetiche, con una ridefinizione puntuale delle nozioni scientifiche che li sorreggevano. La materia, l'infinito, il continuo, il movimento, lo spazio, il tempo, le leggi celesti, la gravità dei corpi ricevono dall'analisi bruniana una valenza radicalmente diversa, divenendo gli elementi costitutivi di un nuovo ordine fisico e cosmico. La nuova visione della natura e dell'universo comporta necessariamente l'adesione ad una diversa ontologia, antitetica a quella aristotelica, che ridefinisce anche il ruolo e la dignità dell'uomo nella natura e nella storia. Abbandonata la forma dialogica ed il volgare degli scritti londinesi, l'opera si presenta come la prima enunciazione della fisica e della cosmologia bruniane nella lingua ufficiale della comunità scientifica internazionale, il latino, e nella forma privilegiata dalle discussioni accademiche: le tesi. Il testo infatti trae origine da un dibattimento accademico svoltosi in un'aula dell'Università di Parigi, due anni prima della sua pubblicazione in terra germanica.
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