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La seta nel Regno di Napoli nel XVIII secolo (Monografia o trattato scientifico)
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- La seta nel Regno di Napoli nel XVIII secolo (Monografia o trattato scientifico) (literal)
- Anno
- 2003-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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- Ciccolella Daniela (literal)
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- Presentazione di Alberto Guenzi (literal)
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- Il volume analizza i caratteri e levoluzione della sericoltura nel Regno di Napoli nel XVIII secolo. Si esaminano le diverse fasi del ciclo di produzione della seta, dalla coltivazione del gelso alla prima lavorazione del filo, descrivendo le tecniche e i rapporti di produzione, i vincoli di contesto socio-istituzionale e i mutamenti indotti dallincremento della domanda internazionale. Si ricostruisce landamento della produzione di seta grezza nelle diverse aree di produzione del Regno. Si descrivono i rapporti tra aree di produzione e mercati di sbocco della seta, con particolare riguardo alla regolamentazione e organizzazione del commercio e alla funzione del credito alla produzione. (literal)
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- Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo - CNR (literal)
- Titolo
- La seta nel Regno di Napoli nel XVIII secolo (literal)
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- Abstract
- Nella prima età moderna il settore serico fu tra i più importanti dell'economia del Regno di Napoli. Ancora nel XVIII secolo, risulta che nel loro complesso le attività di produzione e commercio della seta conservavano un rilievo considerevole. Eppure questa realtà emerge in qualche misura appannata negli studi storici dedicati alla sericoltura meridionale e per conseguenza nelle interpretazioni e nei lavori di sintesi dedicati alla sericoltura italiana nel periodo.
In effetti, la storiografia, di fronte all'evoluzione tecnica e produttiva indotta in altre aree della penisola dalla crescita settecentesca della domanda internazionale di seta, più che tentare una ricostruzione ed una verifica dei caratteri, dell'organizzazione e delle dinamiche della sericoltura meridionale, ne ha proposto un'interpretazione per il XVIII secolo in termini di arretratezza, di ritardo, di stagnazione o di decadenza. La produzione serica del Mezzogiorno non avrebbe partecipato alla crescita sperimentata dalle aree \"avanzate\" dell'Italia centrosettentrionale e, quasi naturale corollario di un'interpretazione in termini di ritardo, il Mezzogiorno della seta avrebbe irrimediabilmente imboccato la strada della marginalizzazione. Il declino della sericoltura meridionale si profilerebbe come un'occasione mancata di sviluppo economico, laddove le aree avanzate andavano ponendo le basi del successivo sviluppo ottocentesco.
Tuttavia, le analisi che hanno denunciato limiti e ritardi della sericoltura del Regno di Napoli sono basate su ricostruzioni storiche che presentano fragilità di non poco momento sotto il profilo delle evidenze e degli apporti documentari, come non di rado, incidentalmente, si è riconosciuto dagli stessi autori che le hanno proposte o si è rilevato dagli storici che a quelle ricostruzioni hanno attinto o si sono richiamati. Di qui l'impostazione che si è data al presente volume, in particolare, la scelta di esaminare in modo sistematico, sulla base di una varietà di fonti, in gran parte inedite, le diverse fasi del ciclo di produzione e commercializzazione della seta.
In sostanza, il volume segue il percorso di un prodotto agricolo che si trasforma in prodotto industriale, incrociando i saperi della tradizione agronomica e tecnica con le informazioni delle fonti e confrontando problemi e soluzioni del setificio meridionale con i setifici dell'Italia settentrionale. Nel I capitolo, dedicato alla gelsicoltura, emerge uno scenario composito costituito da diversi modelli in relazione alle specificità dei sistemi agrari. La scoperta dell'affermarsi in alcune aree del gelso bianco contraddice il presupposto dominio del gelso nero, spia di un'arretratezza marcata. L'analisi del commercio della foglia di gelso nelle sue differenti modalità contrattuali fa emergere la correlazione tra prezzo della foglia/prezzo della seta e mostra come la natura dei contratti potesse di volta in volta incentivare o sconsigliare l'investimento nella produzione serica. L'analisi del mercato del seme-bachi e dei bozzoli (Cap. II) consente di registrare importanti processi di modernizzazione che riguardarono gli aspetti commerciali, tecnici e fiscali; in particolare, il ventennio finale del XVIII secolo vide un sistema fiscale che rimodellò la sua struttura sulle nuove esigenze del setificio. Nell'ambito della trattura (cap. III e IV) si ricostruiscono i diversi modelli tecnici e organizzativi presenti nel Mezzogiorno, prestando particolare attenzione ai temi della qualità e della standardizzazione del prodotto e mostrando come l'evoluzione tecnologica, contrassegnata da un processo non lineare, dipese da dinamiche economiche più che da vincoli politici o istituzionali. Nel V capitolo sono raccolti i dati relativi all'andamento della produzione nel lungo periodo. Essi per un verso confermano l'articolata geografia della sericoltura meridionale, contrapponendo aree di contrazione più o meno marcata ad aree di indubbia crescita del settore, e, per l'altro, mostrano che le dinamiche di produzione del Mezzogiorno furono nel complesso analoghe a quelle delle aree avanzate dell'Italia centrosettentrionale. L'ultimo capitolo esamina l'organizzazione del commercio di seta individuandone i protagonisti (produttori, appaltatori dei dazi, negozianti, corporazioni, Stato e comunità) e le strategie tra privilegio, consuetudini e convenienze.
Ne emerge una lettura delle vicende della sericoltura meridionale che mette in seria discussione il paradigma storiografico della marcata arretratezza e del conseguente declino del settore nel Mezzogiorno. (literal)
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