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L'insegnamento dell'informatica giuridica ('Diritto e tecnologie dell'informazione e comunicazione') nelle Università italiane (Contributo in atti di convegno)
- Type
- Label
- L'insegnamento dell'informatica giuridica ('Diritto e tecnologie dell'informazione e comunicazione') nelle Università italiane (Contributo in atti di convegno) (literal)
- Anno
- 2007-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
- Alternative label
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#autori
- Ciampi Costantino; (literal)
- Pagina inizio
- Pagina fine
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#titoloVolume
- L'informatica giuriica oggi. Atti del Convegno ANDIG (Roma, 1° dicembre 2005) (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#note
- in: N. Palazzolo (a cura di), L'informatica giuridica oggi. Atti del Convegno ANDIG
(Napoli, Esi) (literal)
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- Titolo
- L'insegnamento dell'informatica giuridica ('Diritto e tecnologie dell'informazione e comunicazione') nelle Università italiane (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#isbn
- 978-88-495-1430-8 (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#curatoriVolume
- Palazzolo N. (a cura di) (literal)
- Abstract
- A un anno di distanza dal suo svolgimento vedono la luce gli Atti del
Convegno organizzato dall'Associazione Nazionale Docenti di Informatica Giuridica
(ANDIG) - tornata a nuova vita dopo molti anni di quasi totale oblio1 - con l'obiettivo
di fare il punto della situazione sullo stato degli studi, ma specialmente
sull'insegnamento delle discipline informatico-giuridiche in un momento nel quale la
riforma degli studi giuridici, da molti anni auspicata, sembrava dare spazio ad attese e
prospettive di sviluppo mai prima d'ora realizzatesi.
La lettura, a distanza di un anno, delle relazioni presentate al Convegno mostra
in realtà - com'era d'altra parte prevedibile - una situazione ancora fluida, non tanto
sul piano teorico, dell'individuazione cioè dell'oggetto e dei metodi della disciplina,
il cui statuto è andato definendosi, via via negli anni, per merito di quello sparuto
gruppo di docenti e di magistrati (alcuni oggi scomparsi, da Frosini a Giannantonio, a
Berni Canani), che ne sono stati i padri fondatori, quanto specialmente su quello
dell'attuazione concreta, nelle singole realtà universitarie, delle esigenze formative
che dalla normativa di riforma sembravano emergere come precise indicazioni da
tradurre negli ordinamenti didattici, e che invece solo in poche realtà sono state
accolte. Se ciò è in buona parte attribuibile ad una normativa che è cambiata più volte
nel giro di pochi anni, e che comunque nella sua flessibilità era suscettibile di
interpretazioni diverse da sede a sede, non si può negare che almeno in misura
altrettanto forte abbia influito la diffusa insensibilità, e talora l'insofferenza, di gran
parte dei nostri colleghi giuristi verso l'uso della tecnologia quale strumento per
conoscere, creare, interpretare ed applicare il diritto; e comunque il rifiuto mentale -
il che poi è forse peggio - di vederlo come attività da giuristi, nella quale cioè il
giurista è chiamato ad esprimere al meglio la propria vocazione.
Se si volesse, in estrema sintesi, dar conto dei contenuti essenziali del
Convegno, mi sembra che - al di là delle inevitabili diverse sfumature di
impostazione che si possono facilmente rilevare tra le varie relazioni - tre siano i
punti fermi sui quali l'accordo è stato assolutamente generale:
1. L'autonomia dell'Informatica giuridica come disciplina giuridica a pieno titolo. Su
questo punto già il dettato del decreto istitutivo della laurea magistrale in
Giurisprudenza (quinquennale) ed ora anche quello, recentissimo, della laurea in
Scienze dei servizi giuridici (triennale) non lasciano spazio ad equivoci: i curricula
dei corsi di laurea \"assicurano, mediante appositi insegnamenti caratterizzati da
appropriate metodologie, l'acquisizione di adeguate conoscenze e
consapevolezza:...dell'informatica giuridica...\". L'equivoca dizione delle
precedenti indicazioni degli Obiettivi formativi qualificanti del Corso di laurea,
dalle quali alcune Facoltà avevano ricavato la possibilità di utilizzare per
l'Informatica giuridica i crediti destinati alle c.d. \"abilità informatiche\", è stata
finalmente eliminata.
2. La distinzione, concettuale ed operativa, dell'Informatica giuridica in senso stretto
e del Diritto dell'informatica, come ambiti scientifici e disciplinari. Il che non
toglie che, nell'attuale situazione di rigidità dei settori disciplinari, e proprio allo
scopo di superare questa rigidità, venisse auspicato da qualcuno che si potesse
configurare un insegnamento comprendente entrambi gli ambiti, quello
informatico-giuridico e quello giuridico-informatico.
3. L'esigenza di uno specifico settore disciplinare. Si tratta di un'esigenza che è stata
fatta propria nel corso del Convegno anche da parte di quei docenti, oggi già in
numero adeguato, incardinati nel settore IUS/20 (Filosofia del diritto), nel quale
tradizionalmente è stata fino ad ieri inserita l'Informatica giuridica. Esigenza che
trova il suo fondamento teorico anzitutto nell'essenziale interdisciplinarietà dei
nostri studi, e che trae oggi motivo di rafforzamento dalla nuova declaratoria del
settore IUS/20, nella quale il precedente riferimento all'Informatica giuridica
quale una delle discipline afferenti al settore è stato trasformato in una frase più
ampia, che limita il riferimento al settore ai soli \"profili filosofico-giuridici della
sociologia giuridica, della bioetica, dell'informatica giuridica e della retorica\": il
che rende ormai necessaria la creazione di un apposito settore nel quale tutti gli
insegnamenti di interesse informatico-giuridico, che vanno nascendo nelle Facoltà
di Giurisprudenza di tutta Italia, vengano a trovare complessiva collocazione.
Naturalmente nessuno si illude che il percorso verso il raggiungimento di questi
obiettivi sia facile o breve: è facile prevedere invece che sarà irto di ostacoli, e che
bisognerà ancora combattere, a livello politico e dentro le Facoltà, per ottenere quello
che razionalmente sembrerebbe ovvio. Ma io credo che, rispetto ai due primi
convegni dell'ANDIG, qualche passo avanti si sia fatto, sia a livello normativo, sia a
livello di consapevolezza del ruolo che siamo chiamati a svolgere per la formazione
dei giuristi del XXI secolo. E di questo dobbiamo essere grati alla nuova presidenza
dell'associazione, che ci ha dato questa opportunità. (literal)
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