Il futuro del Mediterraneo. Studio preliminare sui rifugiati ambientali (Contributo in volume (capitolo o saggio))

Type
Label
  • Il futuro del Mediterraneo. Studio preliminare sui rifugiati ambientali (Contributo in volume (capitolo o saggio)) (literal)
Anno
  • 2012-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • Caruso Immacolata, Venditto Bruno (2012)
    Il futuro del Mediterraneo. Studio preliminare sui rifugiati ambientali
    Cacucci Editore, Bari (Italia) in Il Mediterraneo: uno studio e una passione Scritti in onore di Luigi Di Comite, 2012
    (literal)
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  • Caruso Immacolata, Venditto Bruno (literal)
Pagina inizio
  • 251 (literal)
Pagina fine
  • 269 (literal)
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  • Il Mediterraneo: uno studio e una passione Scritti in onore di Luigi Di Comite (literal)
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  • in corso di stampa (literal)
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  • 19 (literal)
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  • CNR ISSM (literal)
Titolo
  • Il futuro del Mediterraneo. Studio preliminare sui rifugiati ambientali (literal)
Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#isbn
  • 9788866111658 (literal)
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  • Marisa Argene Valleri - Roberta Pace - Stefania Girone (literal)
Abstract
  • Negli ultimi due decenni, un corpus significativo della letteratura ha documentato a livello globale l'impatto, potenziale e osservato, dei cambiamenti climatici sui differenti sistemi naturali e socioeconomici. In particolare, in base agli scenari ipotizzati, il diffondersi di condizioni meteorologiche estreme e imprevedibili, insieme con l'aumento del livello del mare e i cambiamenti di temperatura globale, hanno e continueranno ad avere un pesante impatto sulla produzione agricola e, in generale, sui mezzi di sussistenza, andando ad intensificare una già consistente mobilità umana, dovuta al modificarsi dei regimi delle precipitazioni, della fertilità dei suoli e della disponibilità di risorse idriche. Secondo l'International Organization for Migration (IOM,), infatti, già nel 1990 si contavano 25 milioni dei cosiddetti \"rifugiati ambientali\", in mobilità per la pressione ambientale sulle loro terre, causata da inquinamento, desertificazione, siccità e disastri naturali. Oggi, in base a stime fatte su dati del 2010, essi dovrebbero essere almeno 50 milioni, senza contare i 192 milioni di persone, pari al 3% della popolazione mondiale, che non vivono nella loro terra di nascita, a causa di conflitti o motivazioni socio-economiche. Anche il gruppo di scienziati dell'Intergovernmental panel on climate change (IPCC), che studia i cambiamenti climatici su mandato dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), ha osservato che proprio la migrazione umana potrebbe essere uno degli effetti maggiori dell'impatto dei cambiamenti climatici. Alcuni analisti sottolineano, inoltre, il legame tra sottosviluppo economico e politico e migrazioni climatiche: a loro avviso, la coesistenza di condizioni di povertà, di scarsa capacità di governo e deterioramento del sistema naturale danno luogo alla possibilità di creare \"un circolo vizioso\" che rafforza il degrado. In quest'ottica, lo spostamento di considerevoli masse di persone potrebbe, a detta di molti, causare una crisi umanitaria, con vaste implicazioni sulla sicurezza. La forte pressione che le migrazioni indotte potrebbero avere sui paesi di partenza e di accoglimento dei flussi condurrebbero, infatti, ad un aumento delle tensioni politiche e dei conflitti, con la conseguente destabilizzazione dei regimi internazionali. Nonostante le diffuse preoccupazioni circa il potenziale generato dal nesso ambientespostamento indotto di masse, l'interazione tra cambiamenti ambientali, sollecitazioni sui sistemi ecologici, vulnerabilità socio-economica e conseguente spostamento di popolazione, allo stato attuale risulta ancora poco studiata. Di fatto, la maggior parte delle analisi condotte spesso non contempla i processi complessi e i fattori multivariati - ambientali, politici, sociali ed economici - alla base delle migrazioni forzate e dei conflitti ad esse collegate. A ciò si aggiunge l'estrema discordanza dei dati disponibili sulle migrazioni ambientali e la conseguente impossibilità di ricavarne tendenze comprensibili di carattere geografico e temporale. I dati, infatti, spesso sono il risultato di valutazioni approssimative, di fonte incerta e finalizzate a conseguire obiettivi del tutto diversi da una quantificazione dei flussi. La ragione principale della presenza di dati così disparati è, comunque, imputabile al fatto che, a tutt'oggi, manca una definizione univoca, comunemente accettata a livello internazionale di \"rifugiato ambientale\". Questo comporta che la quantificazione vari a seconda della definizione che si adotta: quanto più ampia, ma anche quanto meno precisa e verificabile, risulta la definizione, tanto maggiore sarà il numero di persone a cui potrebbe essere attribuita la qualifica di rifugiati ambientali. Si manifesta, inoltre, un' evidente lacuna normativa a livello del diritto internazionale con una conseguente mancanza di tutela verso individui meritevoli comunque di protezione, questione che complica ulteriormente non solo la gestione dei flussi ma rende anche difficile una conoscenza effettiva del fenomeno. Anche per ciò che concerne il contesto mediterraneo, si rileva l'estrema difficoltà di tracciare un quadro organico sulla dimensione dei rifugiati ambientali, nonostante l'attenzione verso le migrazioni ambientali sia in costante crescita, soprattutto nell'Unione Europea. Sulla base di quanto detto finora, questo studio, lungi dal volere essere esaustivo, si propone di offrire un contributo preliminare all'analisi dei problemi complessi relativi ai rifugiati ambientali nel Mediterraneo con l'obiettivo di chiarirne, nel dibattito in corso, il quadro teorico e, al contempo, delinearne, il percorso empirico. In tale direzione si esamineranno, in primo luogo, la terminologia e le definizioni chiave relative ai rifugiati ambientali e ai tre concetti di vulnerabilità, capacità di recupero e adattabilità, emergenti nella letteratura di base sull'argomento. Ci si soffermerà, poi, sul tema dell'ambiente e della mobilità nel Mediterraneo, indagando, attraverso i relativi dati ed indicatori disponibili, sulle possibili interrelazioni tra i fattori ambientali con quelli economici e sociali che influenzano le condizioni di vita nelle aree d'origine e che spingono a migrare. (literal)
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