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La composizione fonetica del primo vocabolario del bambino (Contributo in atti di convegno)
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- La composizione fonetica del primo vocabolario del bambino (Contributo in atti di convegno) (literal)
- Anno
- 2009-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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Zmarich C.; Dispaldro M; Rinaldi P.; Caselli; M. C. (2009)
La composizione fonetica del primo vocabolario del bambino
in IV Convegno Nazionale dell'Associazione Italiana di Scienze della Voce (AISV) La Fonetica Sperimentale: Metodo e Applicazioni, Cosenza, 3-5 dicembre 2007
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- Zmarich C.; Dispaldro M; Rinaldi P.; Caselli; M. C. (literal)
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- Pagina fine
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- Atti del 4° convegno AISV \"La Fonetica Sperimentale: Metodo e Applicazioni\", Università della Calabria, 3-5 dicembre 2007, (literal)
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- Istituto di Science e Tecnologie della Cognizione, CNR, padova-Roma /
Università degli Studi di Padova (literal)
- Titolo
- La composizione fonetica del primo vocabolario del bambino (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#isbn
- 978-88-6368-046-1 (literal)
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- Romito L.; Galatà V.; Lio R. (literal)
- Abstract
- Chiunque si occupi del primo sviluppo linguistico sa che l'aspetto fonetico delle parole da produrre rappresenta per il bambino una sfida non meno importante di quella rappresentata dagli aspetti cognitivi. È lecito quindi supporre che la complessità nell'organizzazione del controllo motorio che è implicata nella produzione delle prime parole possa contribuire in modo decisivo sia alla selezione da parte del bambino di una certa forma lessicale piuttosto che un'altra (Schwartz & Leonard, 1982), come anche alla sua particolare realizzazione (MacNeilage, et al., 2000), a partire da quelle abilità già acquisite durante il babbling (Locke, 1983; Vihman, 1996). D'altra parte, ci sono prove che le capacità fonetico/fonologiche non influenzano in modo unidirezionale le conoscenze lessicali, poichè è vero anche il contrario: i bambini che possiedono un vocabolario più grande hanno un inventario fonetico più ricco e capacità fonotattiche più sviluppate.
Per approfondire le relazioni tra la frequenza dell'input lessicale e la facilità di articolazione nel primo sviluppo fonologico, in questo studio ci proponiamo di confrontare la frequenze di occorrenza dei foni consonantici iniziali delle sillabe CV e CVC nelle parole che compongono il Primo Vocabolario del Bambino (o PVB, cfr. Caselli e Casadio, 1995; Caselli, Pasqualetti e Stefanini, 2007) e che sono tentate dai bambini di 18-23 mesi e dai bambini di 30-36 mesi.
A tal fine abbiamo utilizzato un database elettronico (cfr. Zmarich e Miotti, 2003) creato con il programma statistico Systat (v. 8.0), in cui ogni parola del PVB è stata suddivisa in sillabe, sulla base della gerarchia di sonorità e dei principi di sillabificazione. Le sillabe sono poi state scomposte nei foni costituenti, codificati nei simboli dell'alfabeto fonetico SAMPA (basato su caratteri ASCII), e sono state inserite come casi in una matrice di Systat per le successive manipolazioni, che hanno apportato le classificazioni dei tipi sillabici, i riferimenti alla posizione occupata dal fono nella parola, e le classificazioni secondo le classi fonologiche naturali di modo, luogo e sonorità.
Abbiamo analizzato le caratteristiche fonetiche delle parole del PVB facendo riferimento alle percentuali relative alle parole prodotte dai bambini suddivisi per fasce d'età (18-23, 24-29, 30-36 mesi), e all'interno di ciascuna fascia di età abbiamo suddiviso le parole del vocabolario in quartili (1-25%, 26-50%, 51-75%, 76-100%), ed espresso il calcolo delle frequenze in funzione di questi. I risultati preliminari ci portano effettivamente a dire che le parole prodotte di meno e più tardi sono anche più complesse dal punto di vista fonetico di quelle che sono prodotte di più e a un'età più precoce, e che la complessità articolatoria è senz'altro un fattore determinante per queste differenze. (literal)
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