La conservazione on-farm:importanza della caratterizzazione e valutazione degli agro-ecotipi (Comunicazione a convegno)

Type
Label
  • La conservazione on-farm:importanza della caratterizzazione e valutazione degli agro-ecotipi (Comunicazione a convegno) (literal)
Anno
  • 2007-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • PIERGIOVANNI A.R., LIOI L. (2007)
    La conservazione on-farm:importanza della caratterizzazione e valutazione degli agro-ecotipi
    in Il Fagiolo in Italia: stato della Ricerca e Prospettive, Reggio Emilia, 26 Febbraio 2007
    (literal)
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  • PIERGIOVANNI A.R., LIOI L. (literal)
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  • IGV-CNR (literal)
Titolo
  • La conservazione on-farm:importanza della caratterizzazione e valutazione degli agro-ecotipi (literal)
Abstract
  • Nei 500 anni trascorsi dall'introduzione del fagiolo in Europa, gli agricoltori locali hanno selezionato una miriade di agro-ecotipi ben adattati ad ambienti diversi da quelli in cui questa specie è stata domesticata. Parte di questo germoplasma è andato perduto a causa delle trasformazioni subite dal sistema agricolo. Tuttavia nelle aree più marginali è ancora possibile reperire interessanti ecotipi coltivati in genere da agricoltori anziani e commercializzati in ambito strettamente locale. Nel tempo sono state messe a punto diverse strategie per la salvaguardia delle risorse genetiche vegetali, una delle quali è la conservazione on-farm. Questo approccio di tipo dinamico si basa sulla coltivazione degli ecotipi negli areali tradizionali in modo che essi possano evolversi ulteriormente. Poiché ogni ecotipo rappresenta una realtà a sé stante la conservazione on-farm necessita di una attenta valutazione e caratterizzazione del materiale oggetto di salvaguardia. Lo studio delle risorse genetiche di fagiolo in Italia ci ha permesso di individuare una casistica abbastanza varia, di cui riportiamo di seguito alcuni casi-studio. L'analisi multidisciplinare di 23 popolazioni di fagiolo del purgatorio coltivato da tempo nel territorio di Gradoli ed Acquapendente (VT) ha evidenziato la presenza di due nuclei ben distinti che costituiscono il background genetico di questo fagiolo. Si tratta di una informazione estremamente importante per pianificare una corretta conservazione on-farm di questo ecotipo ed evitare la scomparsa di uno dei due nuclei. Diverso il caso del Poverello bianco, un fagiolo coltivato su entrambi i versanti del Pollino, quello calabrese e quello lucano. Una semplice comparazione visiva della granella porterebbe a ritenere che si tratti dello stesso materiale. I marcatori molecolari di tipo SSR, invece, hanno evidenziato una certa differenziazione geografica del materiale proveniente dai due versanti. Al contrario, la comparazione di caratteri morfologici del seme e della pianta sotto stretto controllo genetico e l'analisi delle faseoline ha evidenziato una sostanziale coincidenza tra il Cioncone (valle dell'Aniene, Lazio) e il fagiolo abruzzese denominato pane aquilano (valle Peligna, Abruzzo). Presumibilmente si tratta di ecotipi originatesi da uno stesso stock genetico che nel tempo hanno assunto denominazioni diverse generando una fittizia duplicazione. Un esempio di diversificazione in atto è rappresentato dal Billò, un fagiolo di tipo borlotto. Negli anni '50 alcuni agricoltori cuneesi avviarono la coltivazione di fagioli borlotti provenienti da Lamon (BL) dando luogo attraverso un processo di selezione al Billò. Una comparazione multidisciplinare dei fagioli di Lamon con il Billò ha consentito di confermare la stretta relazione genetica ma non l'identità tra il Calonega e il Canalino, due degli ecotipi di Lamon, ed il Billò stesso. I fagioli di Sarconi (PZ) sono un gruppo di più di 10 ecotipi appartenenti a diverse tipologie che hanno ottenuto il marchio di tutela IGP nel 1996, su cui sono state svolte valutazioni pluriennali. Attualmente il Ciuoto, un fagiolo di tipo borlotto particolarmente richiesto dal mercato, rappresenta il 50% circa dei fagioli prodotti a Sarconi. Le dinamiche di mercato stanno quindi mettendo in competizione tra loro questi ecotipi, prescindendo dalla loro caratteristiche nutrizionali. L'attribuzione di marchi di tutela agli ecotipi coltivati in un certo areale, considerata una valida strategia di salvaguardia, può non offrire a tutti le stesse possibilità di sopravvivenza se prevalgono le logiche di mercato. Le strategie per la conservazione on-farm debbono includere una adeguata caratterizzazione e valutazione del materiale oggetto di salvaguardia. Le ricadute pratiche di un tale approccio sono connesse non solo alla tutela di un importante patrimonio biologico, ma anche alla riscoperta e valorizzazione globale dell'ambiente rurale e del bagaglio culturale ad esso connesso. (literal)
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