Ricerche sulle sculture lignee sovrastanti l’altare della Sagrestia Nuova della Certosa di Pavia: Stato di conservazione del manufatto e caratterizzazione della pellicola pittorica. (Articolo in rivista)

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  • Ricerche sulle sculture lignee sovrastanti l’altare della Sagrestia Nuova della Certosa di Pavia: Stato di conservazione del manufatto e caratterizzazione della pellicola pittorica. (Articolo in rivista) (literal)
Anno
  • 2006-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • Lambiase S., Gallone A., Masala B., Bottiroli G. (2006)
    Ricerche sulle sculture lignee sovrastanti l’altare della Sagrestia Nuova della Certosa di Pavia: Stato di conservazione del manufatto e caratterizzazione della pellicola pittorica.
    (literal)
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  • Lambiase S., Gallone A., Masala B., Bottiroli G. (literal)
Pagina inizio
  • 43 (literal)
Pagina fine
  • 62 (literal)
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  • 3 (literal)
Titolo
  • Ricerche sulle sculture lignee sovrastanti l’altare della Sagrestia Nuova della Certosa di Pavia: Stato di conservazione del manufatto e caratterizzazione della pellicola pittorica. (literal)
Abstract
  • A completamento delle ricerche multidisciplinari condotte nella Sacrestia Nuova della Certosa di Pavia, le tre sculture lignee policrome, raffiguranti Gesù Crocifisso, la Madonna e l’apostolo San Giovanni, posizionate su un trave alla base del soffitto a volta di detto locale, sono state analizzate sia dal un punto di vista del degrado ligneo indotto da attacco entomofago, sia dal punto di vista della composizione e della struttura della pellicola pittorica stesa sulla superficie delle sculture stesse. Complessivamente l’opera risulta oggetto di attacco xilofago ancora attivo con differenti tassi di infestazione correlabili alle diverse essenze utilizzate nella realizzazione del manufatto, alla sua protezione ad opera dei trattamenti pittorici e alle condizioni microclimatiche dell’ambiente. La composizione della pellicola pittorica è stata caratterizzata su piccoli frammenti prelevati dalle sculture, per quanto riguarda sia i pigmenti che i leganti. Nel primo caso si è fatto ricorso all’analisi della fluorescenza X mediante microsonda elettronica, nel secondo caso è stata utilizzata l’analisi microspettrofluorimetrica per eccitazione a 366 nm. (literal)
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