Miglioramento genetico per ridurre il contenuto di fattori antinutrizionali nel seme di fagiolo (Articolo in rivista)

Type
Label
  • Miglioramento genetico per ridurre il contenuto di fattori antinutrizionali nel seme di fagiolo (Articolo in rivista) (literal)
Anno
  • 2007-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • Fileppi M.; Doria E., Nielsen E.; Tagliabue G.; Galasso I.; Sparvoli F.; Daminati G. M.; Bollini R.; Campion B. (2007)
    Miglioramento genetico per ridurre il contenuto di fattori antinutrizionali nel seme di fagiolo
    in Agroindustria (Bologna)
    (literal)
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  • Fileppi M.; Doria E., Nielsen E.; Tagliabue G.; Galasso I.; Sparvoli F.; Daminati G. M.; Bollini R.; Campion B. (literal)
Pagina inizio
  • 5 (literal)
Pagina fine
  • 11 (literal)
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  • Le line migliorate ottenute sono molto importanti da un punto di vista nutrizionale in quanto produrranno semi con proteine facilmente digeribili e con una maggiore biodisponibilità di fosforo e di cationi bivalenti (Ferro, Zinco, Calcio, Magnesio). (literal)
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  • http://www.isci.it (literal)
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  • 6 (literal)
Rivista
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  • Convegno “Il Fagiolo in Italia: stato della ricerca e prospettive” Reggio-Emilia – 26 Febbraio (literal)
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  • In questo lavoro viene riportato l’individuazione e lo sviluppo di nuovi materiali genetici (prodotti mediante miglioramento genetico classico) di fagiolo i cui semi mostrano un contenuto in fattori antinutrizionali (fitoemoagglutinina, tannini, inibitore di a-amilasi, acido fitico) più basso o assente (literal)
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  • Fileppi Marzia, Campion Bruno - CRA-ISPORT, Montanaso Lombardo; Doria Enrico, Nielsen Erik - Dipart. Genetica e Microbilogia, Università di Pavia; Tagliabue Giovanni, Galasso Incoronata, Sparvoli Francesca, Daminati Maria Gloria, Bollini Roberto - IBBA-CNR, Milano (literal)
Titolo
  • Miglioramento genetico per ridurre il contenuto di fattori antinutrizionali nel seme di fagiolo (literal)
Abstract
  • Il seme di fagiolo comune (Phaseolus vulgaris L.) è un alimento base per molti popoli dell'America latina (Centro e Sud America) e dell'Africa centrale. Nell'uomo e negli animali monogastrici in genere, il consumo di semi di leguminose può provocare scarsa digeribilità delle proteine in essi contenute e scarso assorbimento di cationi di ferro, zinco, calcio e magnesio nell'intestino. Due sono i gruppi di fattori antinutrizionali più noti: a) gruppo proteico, termolabile, rappresentato dalle lectine e dagli inibitori della tripsina; b) gruppo non proteico, termostabile, costituito da tannini, polifenoli, fitati ed oligosaccaridi complessi. Per contro, molte di queste sostanze hanno anche un'attività benefica a livello di tutto il corpo, in quanto attive direttamente o indirettamente nei confronti di malattie anche molto gravi come i tumori (attività nutarceutica). E' quindi altrettanto importante la presenza di questi composti soprattutto nei casi dove la dieta è povera di alimenti vegetali (Europa, Nord America) studiando per ogni specie ed individuo la quantità giornalmente necessaria nel lungo periodo. A questo scopo, lo sviluppo di nuove linee di fagiolo potrebbe essere d'aiuto. In un promo programma di breeding, condotto dal CRA-ISPORT e dal IBBA-CNR, sono state sviluppate linee geneticamente incapaci di accumulare le lectine normalmente presenti nel seme e cioè l'arcleina, la fitoemoagglutinina e l'inibitore dell'alfa-amilasi. Successivamente, il carattere genetico \"assenza di lectine\" è stato associato al carattere \"tegumento bianco\" del seme, correlato a livelli molto ridotti di coloranti, polifenoli e tannini nel seme. Da una terza ricerca, iniziata nel 2004, è stato infine individuato e isolato un mutante genetico \"low phytic acid\" (lpa) a bassissimo contenito di fitina. Attualmente è già iniziato un lavoro di breeding per il trasferimento del carattere \"lpa\" in tutti i tipi lectiono-nulli coltivabili (screziati e bianchi per food e feed). (literal)
Prodotto di
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