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Percorsi di innovazione per valorizzare le lane e i colori del Mediterraneo. Il progetto MED-Laine/MED-L@ine (Articolo in rivista)
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- Percorsi di innovazione per valorizzare le lane e i colori del Mediterraneo. Il progetto MED-Laine/MED-L@ine (Articolo in rivista) (literal)
- Anno
- 2014-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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Enrico Vagnoni, Elena Campus, Francesca Camilli, Pierpaolo Duce (2014)
Percorsi di innovazione per valorizzare le lane e i colori del Mediterraneo. Il progetto MED-Laine/MED-L@ine
in Large animals review; SIVAR - Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito, Cremona (Italia)
(literal)
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- Enrico Vagnoni, Elena Campus, Francesca Camilli, Pierpaolo Duce (literal)
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- Istituto di Biometeorologia, Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR IBIMET (literal)
- Titolo
- Percorsi di innovazione per valorizzare le lane e i colori del Mediterraneo. Il progetto MED-Laine/MED-L@ine (literal)
- Abstract
- La redditività, se non la stessa sopravvivenza,
di molte attività imprenditoriali legate agli usi tradizionali di materie
prime di origine agricola è fortemente condizionata dalla capacità
di (auto)rinnovamento dei modelli produttivi e dall'accesso a
mercati più remunerativi. Oggi più che mai la competitività delle
piccole e medie imprese rurali dipende dalle soluzioni tecnologiche
che il mondo della ricerca saprà offrire in termini di miglioramento
della sostenibilità e d'innovazione dei processi produttivi. Le
esperienze di successo ci insegnano che non occorre rinunciare o
stravolgere il \"carattere identitario\" di ciascun sistema produttivo,
ma, viceversa, è essenziale trovare soluzioni che esaltino i legami tra
prodotti, ambiente e territorio. In questo ambito, la filiera delle lane
italiane costituisce indubbiamente un caso emblematico. A fronte
di una produzione media annuale di circa 9 mila tonnellate di lana
di pecora, appena il 5% delle lane prodotte in Italia trova una
collocazione commerciale accettabile. Il resto viene svenduto, smaltito
o ancora peggio abbandonato/bruciato nei campi. Nel giro di
pochi decenni la lana è passata dall'essere una risorsa preziosa - fonte
di reddito per tutti gli attori della filiera - a costituire un ingombrante
e oneroso scarto di produzione. Le cause del tracollo, per
quanto molteplici e complesse, sono fondamentalmente riconducibili
all'evoluzione del settore tessile italiano che ha rappresentato,
storicamente, lo \"sbocco naturale\" della produzione laniera, anche
di quella meno pregiata. L'avvento di nuove fibre (in maggioranza
sintetiche) che hanno sostituito quasi del tutto la lana di pecora e,
prima ancora, la forte pressione competitiva dei grandi produttori
(Australia, Cina e Nuova Zelanda concentrano oltre la metà della
produzione mondiale di lana) hanno segnato, irrevocabilmente, il
destino delle lane locali. La Sardegna, una regione con forti radici
agro-pastorali e con circa il 45% del patrimonio ovino nazionale,
non fa eccezione. Di fatto, se la tosatura non rappresentasse una
pratica obbligatoria per garantire la salute e la produttività delle
greggi (allevati per ricavarne latte e carne), la maggioranza degli allevatori
rinuncerebbe volentieri alla produzione di lana. (literal)
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