La franosità nel bacino del Torrente Versa (Pv): evoluzione nel tempo e nello spazio (Contributo in atti di convegno)

Type
Label
  • La franosità nel bacino del Torrente Versa (Pv): evoluzione nel tempo e nello spazio (Contributo in atti di convegno) (literal)
Anno
  • 1996-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • Mancuso M., Massiotta P., Sfondrini G. & Sterlacchini S. (1996)
    La franosità nel bacino del Torrente Versa (Pv): evoluzione nel tempo e nello spazio
    in Prevention of hydrogeologal hazards: the role of scientific research, Alba, Italia, 5-7 November 1996
    (literal)
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  • Mancuso M., Massiotta P., Sfondrini G. & Sterlacchini S. (literal)
Pagina inizio
  • 431 (literal)
Pagina fine
  • 442 (literal)
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  • Prevention of hydrogeologal hazards: the role of scientific research (literal)
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  • 12 (literal)
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  • Mancuso M., Massiotta P., Sfondrini G. - Dipartimento di Scienze della Terra «Ardito Desio», Università degli Studi di Milano, Italia Sterlacchini S. - CNR - Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali (sezione di Milano), Milano, Italia (literal)
Titolo
  • La franosità nel bacino del Torrente Versa (Pv): evoluzione nel tempo e nello spazio (literal)
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  • Luino F. (literal)
Abstract
  • Principali scopi della presente ricerca sono la definizione dello stato attuale della franosità dei versanti del bacino del Torrente Versa e la prevedibilità della sua futura evoluzione. E' stata innanzi tutto realizzata una nuova carta geologica dell'area per meglio comprendere i legami che intercorrono fra successioni lito-stratigrafiche, assetto strutturale e propensione al dissesto. Il processo di versante dominante è costituito da un soliflusso generalizzato delle coperture che lentamente vanno accumulandosi alla base dei versanti. A tale processo si aggiungono i dissesti circoscrivibili, quali frane (per lo più colate e scorrimenti di terra) ed aree in erosione accelerata; sono generalmente legate a particolari situazioni litologico-strutturali locali o connessi con l'evolversi del processo di soliflusso. Lo studio della franosità del bacino è stato effettuato una prima volta nel 1978, dopo l'alluvione del 1976 e ripetuto nel 1992. Ciò consente di avere un quadro evolutivo in un intervallo di tempo significativo. Si è constatata una diminuzione del 34% nel numero delle frane ed un aumento del 28% della superficie dissestata; la superficie dissestata è pari a circa il 24% della intera superficie del bacino. Molti dei dissesti identificati nel rilievo del 1978 mostrano chiari sintomi di riattivazione, in particolare per regressione della zona di distacco e coalescenza di singoli dissesti. Tutti i dati raccolti sono stati informatizzati ed elaborati mediante un programma di cartografia territoriale automatizzata (ILWIS). Negli elaborati ottenuti ogni cella è caratterizzata da valori propri per tutti i tematismi che rientrano nella definizione della pericolosità da frana. L'incrocio dei vari tematismi (acclività, esposizione dei versanti, litostratigrafia, struttura, idrogeologia, utilizzo del suolo) con la carta dei processi geomorfici consente di ottenere la combinazione critica dei fattori che contribuiscono a determinare ciascun dissesto. Individuati i suddetti fattori è possibile operare una ricerca sistematica sul territorio in oggetto. E' quindi possibile individuare sia aree precedentemente in dissesto nelle quali siano state artificialmente alterate nel tempo (principalmente con lavori agricoli) le caratteristiche morfologiche naturali, sia aree attualmente non in dissesto ma con alta propensione di franosità. (literal)
  • The two main purposes of this work are the definition of the present slope stability conditions of the Versa valley and the prediction of its future evolution. Firstly, a new geological map of the area has been produced in order to better understand the existing correlations between lithostratigraphic sequences, structural setting and landslide susceptibility. The principal active slope process is represented by a generalized solifluction of the colluvial covers that gradually accumulate at the toe of the slopes. In addition, there are more areal defined slope instability processes such as landslides (mainly earth flows and earth slides) and areas affected by high erosion rates. These processes are generally due Io particular local geological and structural conditions or to the evolution of the solifluction. Studies on slope instability in the catchment have been carried out for the first time in 1978, after the 1976 flood and repeated in 1992. The collected data convey an overview of the evolution of the area over a significant period of time. It has been noticed a 34% reduction of the landslide number and a 28% increase of the area affected by slope instability, which in turn covers about the 24% of the catchment area. Many of the instability phenomena identified in the 1978 survey show clear symptoms of reactivation, particularly retrogression of the rear scarp and coalescence of neighboring landslides. All the collected data have been inserted in the computer and processes via a GIS software (ILWIS). In the resulting maps each pixel is characterized by appropriate values for each of the factors contained in the definition of landslide hazard. The superimposition of the different factors (slope inclination and orientation, lithostratigraphy, structure, hydrogeology, land use) to the map of the geomorphological processes allows to obtain the critical combination of factors contributing to the occurrence of each landslide. Once these factors have been identified, it is possible to conduct a systematic research on the area. It is then possible to detect slopes that have been unstable in the past and where the natural morphological characteristics have been altered artificially (especially with agricultural works) and areas that at present are not affected by active instability phenomena but that are highly prone to landsliding. (literal)
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