Sostanza organica e produzioni di qualità- Relazione finale progetto. R.I. No. 15/2011 (Rapporti finali progetti di ricerca)

Type
Label
  • Sostanza organica e produzioni di qualità- Relazione finale progetto. R.I. No. 15/2011 (Rapporti finali progetti di ricerca) (literal)
Anno
  • 2011-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • Cavallo Eugenio, Eliana Santoro, Niccolo Pampuro (2011)
    Sostanza organica e produzioni di qualità- Relazione finale progetto. R.I. No. 15/2011
    (literal)
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  • Cavallo Eugenio, Eliana Santoro, Niccolo Pampuro (literal)
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  • Rapporto Interno IMAMOTER No. 15/2011 (literal)
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  • 90 (literal)
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Titolo
  • Sostanza organica e produzioni di qualità- Relazione finale progetto. R.I. No. 15/2011 (literal)
Abstract
  • L'Unione Europea sin dai primi anni '90 ha avviato un percorso legislativo finalizzato alla tutela della qualità delle acque che ha interessato sia i settori civile ed industriale sia il comparto agricolo. In particolare, in quest'ambito, è stata emanata una direttiva (91/676/CEE) conosciuta come Direttiva Nitrati, che ha determinato i vincoli ed i criteri cui attenersi nella gestione della fertilizzazione dei suoli condotta con i reflui zootecnici. Questa direttiva ha previsto la designazione di Zone Vulnerabili ai Nitrati di origine agricola (ZVN) dove è stata rilevata una compromissione della qualità delle acque causata dalla pressione dell'attività zootecnica sul territorio. La Direttiva Nitrati ha introdotto determinati limiti alla distribuzione di azoto: 170 kg /ha nelle aree identificate come vulnerabili ai nitrati e 340 kg/ha nelle altre zone. L'applicazione delle disposizioni contenute nella Direttiva ha comportato una maggior difficoltà nell'utilizzazione dei reflui zootecnici nelle aree a rischio ambientale. Con l'intento di tutelare la qualità delle risorse idriche superficiali e profonde sono state messe in atto una serie di misure agro-ambientali il cui scopo ultimo è il miglioramento dell'ambiente e dello spazio naturale. Allo stesso tempo, in alcune aree geografiche nelle quali l'attività zootecnica e le pratiche di fertilizzazione organica sono state abbandonate da tempo, è evidente un progressivo impoverimento nel contenuto in sostanza organica del suolo, che spesso parallelamente causa problemi di erosione. Tra i territori nei quali la riduzione del contenuto di sostanza organica è particolarmente preoccupante si possono annoverare le zone collinari del sud del Piemonte, dove prevalgono le coltivazioni della vite e del nocciolo. Le aree ad alta concentrazione di aziende zootecniche e quelle con elevato fabbisogno in sostanza organica di qualità distano tra loro poche decine di chilometri. Risulterebbe quindi ambientalmente ed economicamente vantaggioso adottare pratiche che consentano la delocalizzazione della frazione solida del refluo proveniente dalle zone ad alta densità zootecnica ed per suo reimpiego agronomico come fertilizzante organico. Incoraggiando l'adozione di pratiche agronomiche razionali è possibile favorire allo stesso tempo il ripristino del ciclo della sostanza organica e la delocalizzazione delle matrici organiche da zone d'eccedenza verso zone dove colture pregiate richiedono l'apporto di elementi fertilizzanti insieme alla reintegrazione del contenuto di carbonio nei suoli. Il progetto \"Sostanza Organica e produzioni di qualità\" si pone l'obiettivo di valorizzare il contenuto fertilizzante ed ammendante delle matrici organiche di origine zootecnica e di ampliare l'area di distribuzione delle stesse. Il progetto è destinato a dimostrare come sia possibile realizzare in azienda un impianto di compostaggio, oppure di trasformazione in humus di lombrico, che utilizzi la frazione solida separata dai reflui zootecnici, idoneo alla produzione di sostanza organica di qualità, da destinarsi alla fertilizzazione della vite o di colture di pregio e al miglioramento delle caratteristiche del suolo dove essa è coltivata. In termini operativi, il progetto intende valutare da un punto di vista tecnico, economico ed ambientale, una filiera di produzione di materiale organico di buona qualità a partire dalla frazione palabile dei reflui zootecnici, utilizzabile in aziende collinari con coltivazioni di pregio, quali la vite. Il compostaggio è un processo di stabilizzazione aerobica di biomasse organiche, in genere residui di processi o lavorazioni, in condizioni controllate di temperatura, umidità e concentrazione di ossigeno. Affinché esso avvenga correttamente è necessario operare una buona miscelazione dei materiali in modo da rendere il rapporto C/N pari a 25-30, controllando contestualmente tutti i parametri di processo. Il processo di compostaggio consente di ottenere un materiale organico stabile che può essere convenientemente utilizzato in agricoltura grazie alle sue caratteristiche di pregio quali, l'elevato contenuto in sostanza organica umificata, utile al miglioramento e alla stabilizzazione delle proprietà fisiche del suolo. La sostanza organica umificata migliora la struttura e la porosità del suolo (e di conseguenza il grado di aerazione e il drenaggio) ed è coinvolta nel processo che evita la precipitazione del ferro e dei fosfati in forme chelate, favorendone la disponibilità per le piante. Il compostaggio rappresenta un'ottima alternativa allo smaltimento della frazione palabile dei reflui zootecnici poiché essi possiedono caratteristiche qualitative idonee al processo e permettono di ottenere un prodotto finale molto più equilibrato da un punto di vista chimico (azoto a lenta cessione) e a ridotto contenuto in umidità (quindi facilmente trasportabile a distanza). Il compostaggio può essere quindi un processo utile ad incrementare l'impiego di sostanza organica al di fuori delle aree in cui prevale l'allevamento promovendo un miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche dei suoli in cui si assiste ad una riduzione del contenuto di carbonio organico, contribuendo, inoltre, a ridurre la quantità di reflui smaltiti con lo spandimento nelle aree in cui insistono gli allevamenti. (literal)
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