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Il rapporto mente-corpo: mutazione organica e modificazione spirituale (Contributo in volume (capitolo o saggio))
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- Il rapporto mente-corpo: mutazione organica e modificazione spirituale (Contributo in volume (capitolo o saggio)) (literal)
- Anno
- 2010-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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- Le scienze nel Regno di Napoli (literal)
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- Titolo
- Il rapporto mente-corpo: mutazione organica e modificazione spirituale (literal)
- Http://www.cnr.it/ontology/cnr/pubblicazioni.owl#isbn
- 978-88-548-3045-5 (literal)
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- Roberto Mazzola (literal)
- Abstract
- L'idea che la mente possa essere capace di modificare il corpo e
che il corpo sia in grado di influenzare il pensiero si esprime nella
seconda metà del Settecento come una strategia argomentativa
all'interno di una disputa ampia ancora alla ricerca di una soluzione
capace di elaborare una terza sostanza, una res che faccia da sintesi
alle due nozioni primitive di anima e corpo. Si tratta di pensare l'unità
dell'individuo all'interno di un concetto di scienza che metta in luce
modelli nuovi nel momento in cui ipotizza sostanze autonome e
indipendenti tra di loro. La proposta cartesiana di un dualismo
\"interazionistico\" tra mente e corpo fonda il problema del rapporto
sostanziale fra questi due elementi, sostitutivi del binomio forma-
materia di origine aristotelica. E mira insieme all'identificazione,
proposta sempre da Cartesio, tra mente e coscienza. È evidente del
tutto che il ricorso a una struttura mentale funzionante per facultates
anziché per species inaugura una novità di non piccola mole all'interno
del dibattito. Il parallelismo spinoziano, che integra dualismo
degli attributi ma monismo della sostanza e propone una forte
corrispondenza tra modi del pensiero e modi dell'estensione,
costituisce una proposizione del problema sulla quale interverrà tutto
il pensiero moderno1. La realtà culturale napoletana del periodo
partecipa al dibattito soprattutto leggendo e commentando critica-
mente i testi spinoziani e, concentrandosi apparentemente sulla confutazione
del sistema ateistico dell'\"empio\" Spinoza, discute
aspramente con le fonti materialistiche dell'olandese. Soprattutto
discute sul concetto di corpo lucreziano e sul suo rapporto con la
mens.
Ho pensato di affrontare qualche punto teorico relativo a questo
nesso fondativo del modello di scienza settecentesco leggendo alcune
pagine dell'opera di un pensatore beneventano sul quale mi è capitato
di lavorare in questi ultimi tempi alla luce della pubblicazione delle
sue opere filosofiche - edizione peraltro di non brillante livello -, che
presenta qualche spunto di riflessione in particolare sul tema
dell'influsso della mente sulla realtà corporale. Si tratta di Tommaso
Rossi, abate beneventano nato nel 1673 e morto nel 1743, corrispondente
di Vico capace di intensi scambi teoretici. E intendo farlo
brevemente mettendolo costantemente in rapporto con l'autore che
sceglie di commentare, vale a dire Lucrezio, come è noto abbondantemente
circolante all'epoca in tutto il Regno e in gran parte
d'Italia. (literal)
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