Agricoltura e in-sicurezza alimentare, tra crisi della PAC e mercato globale (Curatela)

Type
Label
  • Agricoltura e in-sicurezza alimentare, tra crisi della PAC e mercato globale (Curatela) (literal)
Anno
  • 2011-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
Alternative label
  • EVA ROOK BASILE - ALBERTO GERMANO' (2011)
    Agricoltura e in-sicurezza alimentare, tra crisi della PAC e mercato globale
    (literal)
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  • Il volume fa parte della Collana dell'IDAIC con il n. 65 (literal)
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  • ISBN 88-14-15726-X (literal)
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  • 65 (literal)
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  • EVA ROOK BASILE - ALBERTO GERMANO' (literal)
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  • EVA ROOK BASILE - ALBERTO GERMANO' (literal)
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  • L’associazione di idee tra cibo e sicurezza alimentare è un fatto incontestabile che caratterizza l’epoca nostra. L’ambiguità della parola italiana “sicurezza” si risolve nella lingua inglese, in cui con sicurezza si intendono food security e food safety, ovvero la sicurezza delle disponibilità alimentari per un adeguato livello di nutrizione, e la sicurezza di una vita sana garantita da cibi sicuri. Il problema della food security è ancora gravemente sentito in numerosi Paesi del Sud del mondo, a differenza della food safety che si presenta nei Paesi del Nord del mondo come esigenza imprescindibile. Nel mercato mondiale la circolazione degli alimenti inevitabilmente pone a confronto siffatte diverse esigenze. Per gli Stati impegnati nella food safety appare incompatibile con il mercato l’ingresso di alimenti privi di requisiti di sanità e sicurezza corrispondenti ai canoni da essi adottati. Parallelamente, per i Paesi per i quali ancora sussiste il problema della food security, la circolazione dei loro prodotti nel mercato mondiale si pone a presupposto fondamentale del superamento del problema e quindi della successiva inaugurazione del percorso della food safety. I profili di convergenza della food security e della food safety possono presentare elementi di forte attrito in quelle formule di food safety che celano forme di protezionismo mercantile. A fronte di ciò, gli Accordi SPS, TBT e TRIPs del Trattato di Marrakech, nel cercare di limitare le tradizionali forme di protezionismo, non pervengono al punto di vietare le misure che gli Stati nazionali possono imporre alle merci estere al fine di tutelare la salute dei propri cittadini. E’ un dato inconfutabile che, se oggi le barriere tariffarie per l’Accordo sull’agricoltura devono essere sempre più ridotte, sempre più sorgono regole tecniche per i prodotti in tema di salute (e ancora molto limitatamente quelle sui processi produttivi e quelle in tema di ambiente) che hanno una ricaduta sull’ammissibilità, nei mercati, dei prodotti agricoli altrui che non presentano gli stessi standard di sicurezza pretesi per i nazionali. La nuova politica agricola dell’Unione Europea caratterizzata dalla riduzione dei finanziamenti interni ed esterni ha fondato la propria competitività nel mercato mondiale sulla qualità degli alimenti. La commistione tra norme di qualità e regole tecniche di food safety potrebbe convertirsi in forme di protezionismo incompatibili con le regole del mercato mondiale e comunque responsabili di gravi ritardi nello sviluppo dei Paesi ancora affetti dalla food security. A fronte di tale situazione, per evitare il disastro della perdita delle esportazioni agricole taluni PVS si sono specializzati in prodotti che hanno ancora un vantaggio comparato e dalle tradizionali commodities sono transitati nella produzione di prodotti vegetali che le industrie dei Paesi sviluppati richiedono non senza gravi ricadute anche sotto il profilo ambientale. L’olio di palma, che è ricercato dai Paesi opulenti come biocarburante per le industrie, ha spinto i Paesi produttori del Sud del mondo a deforestare vaste aree al fine di impiantarvi le palme da olio che lì crescono rigogliose. L’utilizzo di biocarburante derivante dall’olio di palma, che serve a ridurre le emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica da parte dei Paesi sviluppati, si traduce in alcuni PVS in una progressiva eliminazione delle loro foreste che costituiscono, esse stesse, sinks di carbonio. Inoltre, la conseguente riduzione dell’olio di palma disponibile nel mercato domestico provoca l’aumento del suo prezzo con effetti non indifferenti sulla food security di quelle popolazioni per la cui dieta i frutti delle palme da olio sono importanti. Quindi, per aumentare, nella parte opulenta del mondo, il consumo di energia da fonti rinnovabili, si produce, nel Sud del mondo, l’eliminazione di quei sistemi agro-forestali che di per sé contribuiscono ad assorbire le emissioni climalteranti e che, soprattutto, contribuiscono alla food security di quelle popolazioni. Il mercato globale non può, dunque, non prendere atto della crisi delle politiche agricole dei Paesi del Nord del mondo e dell’insicurezza alimentare dei Paesi in via di sviluppo. Anche le strategie europee, ivi compresa la stessa possibile rinazionalizzazione della politica agricola, non possono certo ignorare il complesso quanto delicato quadro globale che sta emergendo. (literal)
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  • Università degli Studi di Siena-CNR-IDAIC (literal)
Titolo
  • Agricoltura e in-sicurezza alimentare, tra crisi della PAC e mercato globale (literal)
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  • Libro (literal)
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