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Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000 - Foglio 153: Bardonecchia (Monografia o trattato scientifico)

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Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000 - Foglio 153: Bardonecchia (Monografia o trattato scientifico) (literal)

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POLINO R. 1, DELA PIERRE F. 2, BORGHI A. 3, CARRARO F. 2, FIORASO G. 1, BELLARDONE G. 3, C ONTI A. 2, GATTIGLIO M. 2, MALUSA' M. 1 e MOSCA P. 1 (2002)
Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000 - Foglio 153: Bardonecchia
Servizio Geologico d'Italia, Roma, 2002
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POLINO R. 1, DELA PIERRE F. 2, BORGHI A. 3, CARRARO F. 2, FIORASO G. 1, BELLARDONE G. 3, C ONTI A. 2, GATTIGLIO M. 2, MALUSA' M. 1 e MOSCA P. 1 (literal)

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Questa carta dimostra inoltre come anche in ambiente alpino le carte geologiche alla scala 1:50.000 possono essere documenti semi-operativi che conservano una quantità importante delle osservazioni analitiche di terreno. Queste, oltre ad essere utili per gli sviluppi della ricerca di base classica, risultano indispensabili a gestori ed operatori sul territorio, in quanto permettono quella visione dinsieme dei problemi geologici che mancano abitualmente in lavori puntuali. (literal)

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La Carta geologica dItalia alla scala 1:50.000 fornisce la possibilità di aggiornare in modo sistematico la base di dati geologici sul territorio e di sperimentare lapplicazione di nuove metodologie di ricerca. Il F. Bardonecchia riaggiorna una esplorazione del territorio ferma agli inizi del 20° secolo. Tra i risultati più significativi emersi dalla sua realizzazione si mettono in evidenza: a) lapplicazione di nuovi concetti di evoluzione del quaternario alpino, con la conseguente definizione di bacini sedimentari autonomi e delle relative alloformazioni distinte per cronologia e modalità di deposizione; b) il riconoscimento del ruolo della tettonica fragile in ambiente alpino e della sua importanza nella strutturazione della catena ai livelli superficiali; c) il ruolo della tettonica nella morfogenesi e nella evoluzione recente del paesaggio alpino, con particolare riferimento alla sua importanza nello sviluppo dei grandi movimenti franosi e nelle deformazioni gravitative di versante. Si segnala inoltre il riconoscimento della distribuzione disomogenea del metamorfismo nelle unità alpine, fatto che mette mette in evidenza l'assenza di un gradiente metamorfico a scala regionale e presuppone modelli complessi per lesumazione delle unità profonde della catena. (literal)

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1) CNR-IGG, Sezione di Torino; 2) Università di Torino, Dip. Scienze della Terra; 3) Università di Torino, Dip. Scienze Mineralogiche e Petrologiche. (literal)

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