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Analisi territoriale della diffusione del cinipide sulla filiera castanicola in Campania (Abstract/Poster in atti di convegno)
- Type
- Label
- Analisi territoriale della diffusione del cinipide sulla filiera castanicola in Campania (Abstract/Poster in atti di convegno) (literal)
- Anno
- 2011-01-01T00:00:00+01:00 (literal)
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Calandrelli M.M., Calandrelli R., Acampora G., Cirillo C. (2011)
Analisi territoriale della diffusione del cinipide sulla filiera castanicola in Campania
in VIII Congresso Nazionale SISEF Selvicoltura e conservazione del suolo: la sfida europea per una gestione territoriale integrata, Cosenza, 4-7 Ottobre 2011
(literal)
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- Calandrelli M.M., Calandrelli R., Acampora G., Cirillo C. (literal)
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- Note
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- CNR IBAF;CNR ISGI (literal)
- Titolo
- Analisi territoriale della diffusione del cinipide sulla filiera castanicola in Campania (literal)
- Abstract
- Il castagno è una delle specie forestali più antiche; Plinio nel Naturalis Historia ne elenca e descrive le
principali razze. Nel Medioevo ha fornito nutrimento e materiale da costruzione alle popolazioni montane. Ma il suo
lento declino è cominciato agli inizi del '¬U900 a seguito dell'aumentata richiesta del consumo di cereali e
dell'abbandono delle aree montane. Oggi si riscontra una ripresa della coltivazione di tale pianta non solo per l'uso dei
suoi frutti e del fusto per fini diversi, ma anche per il suo elevato valore paesaggistico e ambientale. Il castagneto ben
curato svolge una funzione protettiva contro frane e smottamenti di terra e una difesa efficace contro l'insorgenza e la
propagazione degli incendi. Di origine asiatica, si è largamente diffuso in Nord America e in Europa. L'Italia
rappresenta il principale produttore europeo con una produzione pari al 42% della produzione continentale,
concentrata prevalentemente in cinque regioni tra cui predomina la Campania con oltre il 50% della produzione
nazionale. Il patrimonio vegetale castanicolo in Campania è costituito in massima parte della specie Castanea sativa
Miller. Ma a partire dal 2002 il Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, conosciuto come cinipide galligeno del castagno
un piccolo imenottero considerato tra gli insetti più temibili per il castagno, sta causando notevoli danni ai castagneti
di numerose aree italiane. La specie molto diffusa in Asia e negli Stati Uniti, è stata introdotta anche in Italia. Un forte
attacco di questo insetto può determinare a lungo andare un calo della produzione, una riduzione dello sviluppo
vegetativo e un forte deperimento delle piante colpite. Esso attacca sia il castagno europeo (Castanea sativa) selvatico
e innestato, sia gli ibridi euro-giapponesi. Per far fronte all'emergenza dovuta all'introduzione e diffusione del cinipide
del castagno, lo Stato italiano con il decreto 30 ottobre 2007 \"Misure d'emergenza provvisorie per impedire la
diffusione del cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica italiana.
Recepimento della decisione della Commissione 2006/464/CE\", ha posto l'obbligo di dare immediata comunicazione
al servizio fitosanitario regionale competente per territorio della sospetta comparsa dell'organismo. Ai fini del
contenimento della propagazione del cinipide del castagno, sono state definite delle zone delimitate, distinte in zona di
focolaio, in cui è ancora possibile la eradicazione dell'organismo e zona d'insediamento in cui non è più possibile la
totale eliminazione dell'insetto. Entrambe le zone sono delimitate da una fascia tampone di almeno 15 km al di là del
confine dell'area infestata. Anche la regione Campania ha dovuto adottare tale norme di sicurezza a seguito della
comparsa dell'imenottero nei castagneti delle province di Avellino e Salerno a partire dal 2008. Tuttavia l'oggettiva
difficoltà di delineare i confini delle zone colpite, tra l'altro in un momento produttivo pesantemente condizionato da
avverse condizioni climatiche che ne ha ridotto il relativo potenziale, non consente ancora una valutazione
sufficientemente circostanziata circa i reali danni subiti dal patrimonio castanicolo. E' peraltro indubbio che in talune
aree gli effetti siano già tangibili, così come è del tutto evidente la preoccupazione manifestata dagli imprenditori
agricoli delle zone non ancora infette. Il monitoraggio del territorio è di fondamentale importanza per una corretta
gestione integrata del parassita. La Regione Campania ha definito le zone focolaio ai sensi del DM 30.10.07 per
l'intero territorio mostrando, mediante supporto cartografico, la situazione aggiornata al 31/12/2008, al 31/12/2009 e al
29/10/2010 (DRD n. 640 del 4/11/2010). Attraverso il confronto dei dati regionali raccolti nei tre anni di riferimento
con i dati rilevati negli ultimi mesi attraverso un indagine territoriale, è possibile seguire il trend di diffusione del
parassita evidenziando le eventuali variazioni areali all'interno delle zone delimitate, e prevedere le potenziali aree di
ulteriore diffusione. (literal)
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