Descrizione del modulo "Rischio geo-idrologico in ambiente alpino (TA.P05.006.014)"

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  • Descrizione del modulo "Rischio geo-idrologico in ambiente alpino (TA.P05.006.014)" (literal)
Potenziale impiego per bisogni individuali e collettivi
  • L'IRPI e i suoi ricercatori sono sovente chiamati per interventi di studio in località colpite o minacciate da piene e frane, a seguito di specifiche richieste da parte di Enti pubblici ed amministrazioni. (literal)
Tematiche di ricerca
  • I processi geo-idrologici in ambiente alpino risultano molto diffusi. Ogni anno le cronache annoverano numerose frane, colate detritiche torrentizie, inondazioni e fenomeni glaciali-periglaciali che provocano seri danni e talora anche vittime. Tali processi coinvolgono zone urbanizzate sempre maggiori, come diretta conseguenza di una non sempre corretta gestione del territorio che ha consentito l'edificazione di settori potenzialmente soggetti a rischio geo-idrologico, soprattutto a partire dagli anni '60 del secolo scorso. I rilevanti danni che hanno caratterizzato gli eventi alluvionali di questi ultimi decenni hanno messo in evidenza la necessità d'identificare tali settori, condizione necessaria per una mitigazione del rischio ed una corretta pianificazione territoriale. Dopo gravi eventi calamitosi è frequente il richiamo alla necessità di delocalizzare insediamenti residenziali o produttivi più volte interessati da fenomeni di dissesto (L.445/1908). Molto raramente si è riusciti però in tale impresa, economicamente vantaggiosa nel tempo, ma difficilmente accettata dalle popolazioni coinvolte e di conseguenza impopolare per lo Stato e gli Enti locali. (literal)
Competenze
  • L'attività di ricerca, che verrà condotta da alcuni ricercatori e giovani collaboratori a contratto, si avvarrà della loro approfondita conoscenza del territorio alpino. Essa deriva da molteplici sopralluoghi effettuati negli ultimi decenni in aree critiche, non solo a seguito di eventi alluvionali (che peraltro sono sempre stati seguiti da vicino, talora addirittura in corso d'evento), ma spesso in maniera sistematica, soprattutto durante il perido estivo. La rilevante esperienza nel campo della previsione e prevenzione dei processi geo-idrologici producibili è sempre supportata del ricco patrimonio archivistico conservato presso l'IRPI di Torino (documenti editi ed inediti, articoli di giornale, cartografie, fotografie aeree, terrestri, ecc.). Fondamentale sarà la sinergia che potrà crearsi nell'ambito del gruppo multidisciplinare di ricerca. La strumentazione che verrà utilizzata è quella classica usata dai geologi durante i rilievi di campagna, integrata con le più sofisticate tecnologie per rilievi di movimenti (laser scanner terrestre, aereo). Il tutto viene poi implementato in ambiente GIS con la finalità di produrre cartografie di estremo dettaglio. (literal)
Potenziale impiego per processi produttivi
  • Il territorio montano, sede annualmente di processi d'instabilità, è stato talora colpito gravemente: a distanza di quasi cinquant'anni è ancora vivo il ricordo del disastro del Vajont (1963), come pure la tragedia di Stava (luglio 1985), sino ai gravi eventi alluvionali del luglio 1987 (Lombardia), novembre 1994 (Piemonte) e ottobre 2000 (Piemonte e Val d'Aosta). L'attività di ricerca che verrà condotta, finalizzata alla identificazione delle aree critiche, mira ad una definizione del rischio geo-idrologico e indirettamente risponde a una delle necessità più impellenti della comunità, vale a dire la tutela della vita umana, la salvaguardia dei beni e dell'ambiente dai danni. Non si dimentichi che, negli ultimi 30 anni, la ricostruzione in Italia è costata oltre 210.000 miliardi di vecchie lire: oltre 3,6 miliardi di euro all'anno, vale a dire 9,8 milioni di euro al giorno. E' fondamentale che i risultati ottenuti debbano essere presi in seria considerazione dagli Enti che abbiano potere decisionale in termini di pianificazione e gestione del territorio. Una corretta pianificazione territoriale è basilare per la riduzione e la mitigazione del rischio geo-idrologico. (literal)
Tecnologie
  • I processo geo-idrologici possono \"fotografati\" dall'alto mediante l'utilizzo di tecnologie sofisticate che consentono una utilissima fotointerpretazione comparata: le immagini aeree sono state usate per la valutazione di problemi d'instabilità dei versanti e della rete idrografica, fornendo nel corso di questi anni preziose informazioni tecnico-scientifiche e sono state utilizzate per identificare probabili scenari di pericolosità e di rischio e per effettuare pianificazioni territoriali a diversa scala. Negli ultimi anni il rapido sviluppo della tecnologia ha consentito notevoli progressi nelle tecniche di monitoraggio dei processi evolutivi connessi alla dinamica di versanti e corsi d'acqua. L'obiettivo principale dei ricercatori in tale ambito è quello di sviluppare sistemi di monitoraggio innovativi che consentano di ottenere parametri sempre più precisi e affidabili per una migliore interpretazione dei fenomeni naturali. L'IRPI da tempo opera nella messa a punto di sistemi di controllo e misura in aree interessate da fenomeni d'instabilità naturale. (literal)
Obiettivi
  • Obiettivo principale del modulo è l'incremento delle conoscenze nel campo del rischio geo-idrologico in ambiente alpino. La lacuna conoscitiva esistente alcuni decenni fa è stata via via ridotta grazie agli studi proprio degli IRPI di Torino e Padova e a diversi gruppi di ricerca. I tre interrogativi fondamentali, vale a dire \"come\", \"dove\" e \"quando\" hanno ottenuto numerose risposte grazie alla disponibilità di nuove conoscenze circa la tipologia del fenomeno, la sua potenziale localizzazione nello spazio e la sua probabile frequenza nel tempo. Gli studi del presente modulo saranno finalizzati proprio all'acquisizione di maggiori conoscenze in questi campi, consci che il pericolo maggiore rimanga comunque la rapidità di sviluppo dei processi, oltre che per l'influenza sugli effetti producibili, anche in relazione alla possibilità d'attivare sistemi di preannuncio in tempi utili. Una volta individuate le situazioni più critiche da un punto di vista della pericolosità, si applicheranno localmente metodologie atte alla valutazione del danno atteso e quindi alla corretta valutazione del rischio, parametro fondamentale per l'imposizione di vincoli o limitazioni d'uso del territorio (literal)
Stato dell'arte
  • Di rischio geo-idrologico si parla oramai da decenni nella comunità scientifica nazionale/internazionale. Rari sono, tuttavia, i lavori che si siano spinti sino ad una analisi socio-economica di un danno atteso provocato da una frana o da una alluvione, proprio a causa della complessità dell'argomento. La definizione di rischio geo-idrologico comporta, infatti, la conoscenza della pericolosità, della vulnerabilità e soprattutto del valore dei \"beni\" potenzialmente coinvolgibili, fattori che si moltiplicano fra loro all'interno della stessa formula che definisce il rischio analiticamente. Per \"beni\" si intendono vite umane, strutture, infrastrutture: la loro eventuale perdita, costituisce il rischio, inteso quindi come il prodotto della probabilità di accadimento di un evento per le dimensioni del danno atteso. Dall'inizio degli anni '60 del secolo scorso la pericolosità territoriale ha ceduto via via il passo al rischio in funzione della crescita delle aree urbanizzate. L'aumento, poco controllato delle zone edificate ha incrementato notevolmente la probabilità che un processo geo-idrologico possa coinvolgere in maniera dannosa una zona antropizzata trasformandosi in rischio. (literal)
Tecniche di indagine
  • La disponibilità di dati pregressi(siano essi relazioni tecniche, cartografie, immagini, filmati amatoriali e non, ecc.) risulta essere di fondamentale importanza per l'identificazione dei processi geo-idrologici, della loro ripetitività nel tempo e delle aree potenzialmente coinvolgibili. Anche molto importante risulta l'analisi foto-interpretativa su differenti voli aerei eseguiti in epoche diverse. L'utilizzo di tecniche cartografiche di georeferenziazione in ambiente GIS consente di avere un quadro semplificato, omogeneo, continuamente aggiornabile e pubblicamente consultabile, delle criticità presenti in ambiente alpino finalizzato alla definizione dei differenti livelli di pericolo che si tramutano in rischio qualora interferiscano con centri abitati e relative infrastrutture. Lo sviluppo della tecnologia ha permesso notevoli progressi nelle tecniche di monitoraggio dei processi evolutivi connessi alla dinamica di versanti e corsi d'acqua. L'obiettivo principale dei ricercatori in tale ambito è quello di sviluppare sistemi di monitoraggio innovativi che consentano di ottenere parametri sempre più precisi e affidabili per una migliore interpretazione dei fenomeni naturali. (literal)
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